
La Collezione Gianni Bisiach
1957 - 2013
Costituita da oltre 3000 documentari, inchieste-reportage e video-interviste, da varie migliaia tra fotografie e articoli, da 4000 puntate del programma «Un minuto di storia» realizzate sino al 2013, ove si racconta per ogni giorno dell'anno in estrema sintesi un evento accaduto in quella stessa data, la Collezione entra a fare parte del patrimonio documentario custodito dall'Archivio storico della Presidenza della Repubblica grazie ad un importante accordo stipulato con la Rai, inteso a rendere consultabili anche tramite il "Portale storico della Presidenza della Repubblica" i Contenuti della Collezione, che vengono progressivamente pubblicati, una volta convertiti in formato digitale.
Un patrimonio audiovisivo fatto di reportage-documentari che hanno aperto a Bisiach, storico inviato della Radiotelevisione Italiana, la strada della divulgazione storica, hanno assunto la funzione di storytelling visivo costruito con taglio giornalistico e rigorosa attenzione alla qualità delle fonti, hanno svolto il ruolo di archivio diaristico per immagini il cui ordito è tessuto da storie, eventi e personalità del mondo della politica, delle istituzioni, dell'economia, della cultura, dello spettacolo, dello sport - di oggi e del passato anche remoto.
Dalla esperienza di inviato a Torino in occasione del Centenario dell'Unità d'Italia al "Rapporto da Corleone", l'inchiesta del 1962 ove si nomina per la prima volta in televisione la parola mafia, girato nella Corleone dei Navarra e dei Liggio, dei Riina e dei Provenzano ancora latitanti, che vinse il Premio Mondiale della Televisione a Londra nel 1963 e fu seguito dall'istituzione della prima Commissione Parlamentare Antimafia, all'incoronazione della regina Elisabetta e alla guerra del Golfo; dalle nozze di Napoleone Bonaparte e Giuseppina di Beauharnais, alla fucilazione di Galeazzo Ciano; dagli avvenimenti del 1968 all'uccisione di Aldo Moro; dall'inchiesta sulla pena di morte nel mondo del 1966-1967 alle vicende di John Fitzgerald e Robert Kennedy; dalla intervista a Jesse Owens, l'atleta statunitense noto per la sua partecipazione alle Olimpiadi del 1936 dove vinse quattro medaglie d'oro contravvenendo ai piani propagandistici del Fuhrer che intendeva fare dei Giochi olimpionici di Berlino un manifesto della superiorità della razza ariana, alla fuga, avvenuta il 24 gennaio 1944, dei futuri presidenti della Repubblica Sandro Pertini e Giuseppe Saragat da Regina Coeli, il carcere dove, condannati a morte dalle SS tedesche, avevano atteso l'esecuzione, sino alla visita alla Baghdad di Saddam Hussein nel 1978 in occasione del Festival del film antimperialista.