24 gennaio 1944. Le "impronte della Repubblica italiana": la fuga di Saragat e Pertini da Regina Coeli.
Il racconto della storia della Repubblica nella storia dei due Presidenti, "Testimoni oculari" nella trasmissione di Gianni Bisiach conservata con il suo archivio presso l'Archivio storico della Presidenza della Repubblica e protagonisti del progetto "Prigionieri a Roma" del Museo storico della Liberazione.
Nell'aprile 1978, la serie ''Testimoni oculari'' di Gianni Bisiach, presenta "La fuga di Pertini e Saragat da Regina Coeli", trasmissione andata in onda poche settimane prima dell'elezione di Pertini al Quirinale, seguita da oltre sei milioni di telespettatori, per la quale è utile leggere la presentazione della Collezione Bisiach.
Il 18 ottobre 1943 Sandro Pertini e Giuseppe Saragat, arrestati dai nazifascisti, erano stati portati nel carcere nazista di via Tasso e successivamente tradotti a Regina Coeli, ove nonostante i durissimi interrogatori non tradirono i propri compagni.
Condannati a morte, riuscirono ad evadere grazie all'aiuto di Alfredo Monaco, medico del carcere di Regina Coeli, e della moglie Marcella Ficca, che organizzarono il 24 Gennaio 1944 l'evasione da Regina Coeli di sette prigionieri politici (Luigi Allori, Luigi Andreoni, Carlo Bracco, Ulisse Ducci, Torquato Lunedei, Sandro Pertini e Giuseppe Saragat), tutti condannati a morte per attivita' antifascista.
L'evasione era stata ideata e organizzata da Giuliano Vassalli e Peppino Gracceva (comandanti dei socialisti clandestini romani, poi divenuti Brigate Matteotti) con l'aiuto di Massimo Severo Giannini e Ugo Cala e, dall'interno del carcere, dei Monaco e di Filippo Lupis.
Nella trasmissione di Bisiach i testimoni oculari Sandro Pertini e Giuseppe Saragat, protagonisti della costruzione dell'identità nazionale del nostro Paese fondata sulle radici antifasciste della Repubblica italiana, ritornano con l'avvocato Lupis ed altri testimoni nella cella del carcere di Regina Coeli, dove condannati a morte dalle SS tedesche avevano atteso l'esecuzione, per ricostruire la storia dell'arresto, della condanna a morte e della fuga finale, avvenuta il 24 gennaio 1944 grazie a un finto ordine di scarcerazione.
"Al mattino, il presidente Saragat si deve ricordare, l'amico carissimo Saragat, verso le 4.30, le 5, all'alba, si sentiva al braccio sesto...i ballatoi [erano] di ferro... si sentivano i tedeschi, ròn ròn, che aprivano le celle per portar via coloro che dovevano essere fucilati per rappresaglia"
Ricordi e testimonianze che il giornalista raccoglierà in un libro, "Pertini racconta", presentato al Presidente il 15 aprile 1983 assieme all'editore Mondadori (qui l'udienza documentata nell'Archivio storico del Quirinale).
"Prigionieri a Roma 1943-1944" è il titolo del progetto, promosso dal Museo storico della Liberazione, che ha consentito di ricostruire la vicenda con l'ausilio di fonti documentarie, trattate con rigoroso apparato teorico e solido bagaglio metodologico, utili a fornire informazioni, dati e contenuti di conoscenza relativi a quanti, nel periodo compreso tra l'8 settembre 1943 e il 4 giugno 1944, furono reclusi a Roma dalle forze di occupazione nazi-fasciste nelle carceri di Regina Coeli (reparti italiani e tedeschi), via Tasso, nella Pensione Oltremare e Iaccarino e in altri luoghi di detenzione meno noti.