Intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi alla sede del Comitato centrale della Croce Rossa Italia in occasione del 136° anniversario di fondazione
Signore e Signori, Signor Presidente,
prima di tutto, voglio ringraziarti per quello che hai detto e, soprattutto, per il modo con il quale l'hai detto che conferma la passione civile che contraddistingue Maria Pia Garavaglia: una passione civile che ho avuto modo di conoscere di persona in un periodo importante della mia vita e, quindi, non mi meraviglia che abbia affrontato i temi della Croce Rossa con questo spirito, con questo entusiasmo e, direi anche, a volte, impazienze perché queste qualità sono, appunto, parte del suo carattere e ti fanno, per questo, forte, ti fanno, per questo, apprezzata, ti fanno, per questo, sempre più vicina a tutti quanti noi.
Con il tuo intervento hai ripercorso, più che l'attività della Croce Rossa Italiana in questi ultimi anni, i suoi problemi, le difficoltà, anche grandi, che hai trovato e insieme ai tuoi collaboratori - ai quali tutti rivolgo il mio ringraziamento - avete dovuto affrontare difficoltà estreme con le quali dovevate confrontarvi; avete dovuto superare anche difficoltà organizzative interne che già tu hai superato e che hanno già portato a risultati positivi della riorganizzazione dell'Ente, perché possa meglio raggiungere i suoi obiettivi.
Certo, è stato lungo, troppo lungo, come tu hai detto, ma questi risultati si devono all'impegno che, indipendentemente dalle difficoltà organizzative interne, tu e i tuoi collaboratori avete manifestato.
Certo, molto può essere ancora fatto a cominciare dal piano normativo - e tu ne hai fatto cenno - per valorizzare concretamente, dare una dimensione piena alla vocazione della Croce Rossa come associazione volontaria per le emergenze sia nazionale sia internazionali.
Il generoso e nuovo impegno dell'Ente, dei suoi operatori e di tutti i suoi associati e del volontariato che, come hai ricordato, ne costituisce la particolare caratteristica e, direi, la più importante fonte di impegno, ha contribuito grandemente all'affermazione, in Europa e nel mondo, del prestigio dell'affidabilità del nostro Paese nelle missioni di pace alle quali la comunità internazionale ci ha chiamato.
Il modello di soccorso comunitario sta cambiando: non è più orientato solo al sollievo immediato dell'emergenza ma si indirizza in misura crescente alla realizzazione di successivi programmi di sviluppo e di aiuto alle popolazioni colpite.
La Croce Rossa italiana ha saputo cogliere questo segnale importante di novità e sta adeguandosi con intelligenza ed efficacia perché la sua azione risulti appropriata a queste nuove esigenze. Non mi riferisco soltanto alle missioni nei Paesi dilaniati da conflitti in questa nostra stessa Europa, come quelli nei Balcani in cui la Croce Rossa è tuttora impegnata per il soccorso delle popolazioni civili e per il ripristino delle condizioni di ordinato svolgimento della vita quotidiana.
Penso ai Paesi che sono stati già citati e, in questo momento in particolare, all'Eritrea e all'Etiopia, al Libano, al Mozambico, alla Mauritania, ai vari punti di crisi e di emergenza nell'Asia. La Croce Rossa - è stato ricordato - è e ama chiamarsi operatore di pace, di una pace perseguita con neutralità, con indipendenza, con imparzialità. E di questo vi è stato il riconoscimento internazionale con l'attribuzione all'Italia della vice Presidenza della Federazione internazionale della Croce Rossa.
Per quanto riguarda il nostro Paese, la Croce Rossa ha assunto negli ultimi anni un ruolo sempre più incisivo nelle emergenze e nella calamità naturali che ci hanno colpito. Migliorare l'emergenza dei servizi e delle risorse è anche un modo per rispondere alle nuove domande sociali che la collettività rivolge alla Croce Rossa Italiana. Penso, in particolare ai compiti gravosi della gestione dei campi profughi dell'immigrazione clandestina, svolti dalla Croce Rossa con esemplare dedizione e profonda umanità.
Occorre ancora spingere, occorre andare avanti per creare sempre migliori condizioni per la crescita e la formazione di una coscienza della solidarietà fra i nostri giovani. Per questo deve essere sempre più reso presente, nel loro percorso educativo, l'amore per i valori di pace, di tolleranza e di rispetto reciproco.
Ricordo con piacere che gli incontri che avemmo al Quirinale il 2 maggio con i partecipanti alla crociera Mediterranea: tanti ragazzi dei Paesi del Mediterraneo che nella loro vita hanno sofferto violenze e disagi sociali e che si sono alternati a bordo del veliero per vivere insieme un'avventura in mare per così contrastare con questa esperienza in comune, la violenza, l'odio, l'estremismo.
Sappiamo tutti che la promozione e la difesa dei diritti umani sarà la vera sfida del terzo millennio. Noi, qui al centro del Mediterraneo, ci troviamo in una delle condizioni più critiche e più importanti per affrontare questo problema. Parlare dei giovani, del loro impegno vuol dire focalizzare la nostra attenzione sui volontari della Croce Rossa Italiana. Un volontario che sia competente ed efficiente è essenziale per un sistema civile, essenziale per la nostra Italia.
Credo che sia carattere distintivo della nostra Italia l'impegno laico e religioso in favore della solidarietà.
Il volontariato è terreno d'incontro di sviluppo, di complementarità fra pubblico e privato, luogo di confronto di importanti sinergie capaci di promuovere questo valore di solidarietà al quale è ispirata la nostra Carta Costituzionale.
Io amo, in ogni mia visita nelle varie regioni e provincie italiane, di aver sempre un incontro con tutte le rappresentanze del volontariato perché esse, ormai, fanno parte della realtà istituzionale del nostro Paese.
Concludendo desidero, cara Presidente, esprimerle il ringraziamento per il compito nobile e generoso che la Croce Rossa Italiana sta svolgendo sotto la Sua presidenza e formularle, con apprezzamento, l'incoraggiamento a proseguire in questo cammino. E' l'auspicio che tutti gli italiani fanno affinché la crescita e lo sviluppo del nostro Paese sia sempre più crescita e sviluppo della coscienza civile. Grazie.
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prima di tutto, voglio ringraziarti per quello che hai detto e, soprattutto, per il modo con il quale l'hai detto che conferma la passione civile che contraddistingue Maria Pia Garavaglia: una passione civile che ho avuto modo di conoscere di persona in un periodo importante della mia vita e, quindi, non mi meraviglia che abbia affrontato i temi della Croce Rossa con questo spirito, con questo entusiasmo e, direi anche, a volte, impazienze perché queste qualità sono, appunto, parte del suo carattere e ti fanno, per questo, forte, ti fanno, per questo, apprezzata, ti fanno, per questo, sempre più vicina a tutti quanti noi.
Con il tuo intervento hai ripercorso, più che l'attività della Croce Rossa Italiana in questi ultimi anni, i suoi problemi, le difficoltà, anche grandi, che hai trovato e insieme ai tuoi collaboratori - ai quali tutti rivolgo il mio ringraziamento - avete dovuto affrontare difficoltà estreme con le quali dovevate confrontarvi; avete dovuto superare anche difficoltà organizzative interne che già tu hai superato e che hanno già portato a risultati positivi della riorganizzazione dell'Ente, perché possa meglio raggiungere i suoi obiettivi.
Certo, è stato lungo, troppo lungo, come tu hai detto, ma questi risultati si devono all'impegno che, indipendentemente dalle difficoltà organizzative interne, tu e i tuoi collaboratori avete manifestato.
Certo, molto può essere ancora fatto a cominciare dal piano normativo - e tu ne hai fatto cenno - per valorizzare concretamente, dare una dimensione piena alla vocazione della Croce Rossa come associazione volontaria per le emergenze sia nazionale sia internazionali.
Il generoso e nuovo impegno dell'Ente, dei suoi operatori e di tutti i suoi associati e del volontariato che, come hai ricordato, ne costituisce la particolare caratteristica e, direi, la più importante fonte di impegno, ha contribuito grandemente all'affermazione, in Europa e nel mondo, del prestigio dell'affidabilità del nostro Paese nelle missioni di pace alle quali la comunità internazionale ci ha chiamato.
Il modello di soccorso comunitario sta cambiando: non è più orientato solo al sollievo immediato dell'emergenza ma si indirizza in misura crescente alla realizzazione di successivi programmi di sviluppo e di aiuto alle popolazioni colpite.
La Croce Rossa italiana ha saputo cogliere questo segnale importante di novità e sta adeguandosi con intelligenza ed efficacia perché la sua azione risulti appropriata a queste nuove esigenze. Non mi riferisco soltanto alle missioni nei Paesi dilaniati da conflitti in questa nostra stessa Europa, come quelli nei Balcani in cui la Croce Rossa è tuttora impegnata per il soccorso delle popolazioni civili e per il ripristino delle condizioni di ordinato svolgimento della vita quotidiana.
Penso ai Paesi che sono stati già citati e, in questo momento in particolare, all'Eritrea e all'Etiopia, al Libano, al Mozambico, alla Mauritania, ai vari punti di crisi e di emergenza nell'Asia. La Croce Rossa - è stato ricordato - è e ama chiamarsi operatore di pace, di una pace perseguita con neutralità, con indipendenza, con imparzialità. E di questo vi è stato il riconoscimento internazionale con l'attribuzione all'Italia della vice Presidenza della Federazione internazionale della Croce Rossa.
Per quanto riguarda il nostro Paese, la Croce Rossa ha assunto negli ultimi anni un ruolo sempre più incisivo nelle emergenze e nella calamità naturali che ci hanno colpito. Migliorare l'emergenza dei servizi e delle risorse è anche un modo per rispondere alle nuove domande sociali che la collettività rivolge alla Croce Rossa Italiana. Penso, in particolare ai compiti gravosi della gestione dei campi profughi dell'immigrazione clandestina, svolti dalla Croce Rossa con esemplare dedizione e profonda umanità.
Occorre ancora spingere, occorre andare avanti per creare sempre migliori condizioni per la crescita e la formazione di una coscienza della solidarietà fra i nostri giovani. Per questo deve essere sempre più reso presente, nel loro percorso educativo, l'amore per i valori di pace, di tolleranza e di rispetto reciproco.
Ricordo con piacere che gli incontri che avemmo al Quirinale il 2 maggio con i partecipanti alla crociera Mediterranea: tanti ragazzi dei Paesi del Mediterraneo che nella loro vita hanno sofferto violenze e disagi sociali e che si sono alternati a bordo del veliero per vivere insieme un'avventura in mare per così contrastare con questa esperienza in comune, la violenza, l'odio, l'estremismo.
Sappiamo tutti che la promozione e la difesa dei diritti umani sarà la vera sfida del terzo millennio. Noi, qui al centro del Mediterraneo, ci troviamo in una delle condizioni più critiche e più importanti per affrontare questo problema. Parlare dei giovani, del loro impegno vuol dire focalizzare la nostra attenzione sui volontari della Croce Rossa Italiana. Un volontario che sia competente ed efficiente è essenziale per un sistema civile, essenziale per la nostra Italia.
Credo che sia carattere distintivo della nostra Italia l'impegno laico e religioso in favore della solidarietà.
Il volontariato è terreno d'incontro di sviluppo, di complementarità fra pubblico e privato, luogo di confronto di importanti sinergie capaci di promuovere questo valore di solidarietà al quale è ispirata la nostra Carta Costituzionale.
Io amo, in ogni mia visita nelle varie regioni e provincie italiane, di aver sempre un incontro con tutte le rappresentanze del volontariato perché esse, ormai, fanno parte della realtà istituzionale del nostro Paese.
Concludendo desidero, cara Presidente, esprimerle il ringraziamento per il compito nobile e generoso che la Croce Rossa Italiana sta svolgendo sotto la Sua presidenza e formularle, con apprezzamento, l'incoraggiamento a proseguire in questo cammino. E' l'auspicio che tutti gli italiani fanno affinché la crescita e lo sviluppo del nostro Paese sia sempre più crescita e sviluppo della coscienza civile. Grazie.