Visita del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nella città di Livorno. Intervento presso l'area industriale del CMF
I miei collaboratori, che sono qui con me, sanno che mi sono imposto una regola: il Presidente della Repubblica ascolta, non parla. Se deve proprio parlare, legge un testo scritto, preparato. Oggi è la terza volta che prendo la parola, senza nessun testo scritto. Siamo a Livorno e in questo caso, quindi, le regole non valgono.
Prendo la parola perché vorrei, in primo luogo, rivolgermi - penso che siano in questa sala alcuni di loro - a coloro i quali erano con me all'aeroporto di San Giusto circa un anno fa.
Allora, nell'ascoltarli, non feci molte promesse e fui piuttosto cauto.
E' nel mio carattere: non promettere se non sono certo, al cento per cento, di poter mantenere. E non stava a me poter mantenere quello di cui si parlava. Certo potevo fare qualcosa e ho cercato di farlo.
Oggi, sono qua con voi per prendere atto che molto è stato realizzato e più ancora lo potrà essere. Quindi, i miei rallegramenti a coloro che in quei giorni mi posero il problema; a quanti hanno operato perché si trovasse una soluzione in positivo.
Vorrei aggiungere che, da come è stato descritto da coloro che mi hanno proceduto, questa realtà si sta costruendo perché ha funzionato il metodo che ho sempre prediletto: concertazione che, lo ripeto ancora una volta, non è né consociativismo né concertazione passiva.
Voi avete realizzato qualcosa perché avete praticato la concertazione nel modo giusto, cioè non mettendovi intorno a un tavolo e basta. La concertazione non significa questo, ma mettersi intorno a un tavolo per arrivare a conclusioni positive; non per giocare, come si suol dire, di rimessa o per fare ostruzionismo - come una squadra di calcio che mira allo zero a zero, buttando il pallone di lato - ma per cercare di costruire.
E per costruire bisogna sapere, prima di tutto, qual è il problema, poi considerare che pur avendo degli interessi che s'intendono difendere e far affermare, l'altra parte ne ha di diversi, in parte contrapposti. Ambedue le parti devono avere la consapevolezza che solamente da un accordo otterranno l'accoglimento di alcune delle loro istanze iniziali, ma anche che dovranno rinunciare ad altre.
Con questo spirito si deve praticare la concertazione e sono contento che la realtà che ho visto - che vi auguro possiate affermare ancor più nei prossimi mesi con le realizzazioni di cui ho avuto qua un'esposizione attraverso fotografie e altri grafici - si realizzi. Livorno e i Comuni attorno a Livorno a partire dal Comune di Collesalvetti di cui siamo ospiti, rappresentano una realtà dell'integrazione dei Comuni del livornese. Ho già ricordato la piana dell'Arno questa magnifica piana che è uno sfogo enorme; una grande opportunità per Livorno, per il suo porto, per il progresso e l'avanzamento di questa magnifica zona.
Grazie a tutti quanti e buon lavoro.
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Prendo la parola perché vorrei, in primo luogo, rivolgermi - penso che siano in questa sala alcuni di loro - a coloro i quali erano con me all'aeroporto di San Giusto circa un anno fa.
Allora, nell'ascoltarli, non feci molte promesse e fui piuttosto cauto.
E' nel mio carattere: non promettere se non sono certo, al cento per cento, di poter mantenere. E non stava a me poter mantenere quello di cui si parlava. Certo potevo fare qualcosa e ho cercato di farlo.
Oggi, sono qua con voi per prendere atto che molto è stato realizzato e più ancora lo potrà essere. Quindi, i miei rallegramenti a coloro che in quei giorni mi posero il problema; a quanti hanno operato perché si trovasse una soluzione in positivo.
Vorrei aggiungere che, da come è stato descritto da coloro che mi hanno proceduto, questa realtà si sta costruendo perché ha funzionato il metodo che ho sempre prediletto: concertazione che, lo ripeto ancora una volta, non è né consociativismo né concertazione passiva.
Voi avete realizzato qualcosa perché avete praticato la concertazione nel modo giusto, cioè non mettendovi intorno a un tavolo e basta. La concertazione non significa questo, ma mettersi intorno a un tavolo per arrivare a conclusioni positive; non per giocare, come si suol dire, di rimessa o per fare ostruzionismo - come una squadra di calcio che mira allo zero a zero, buttando il pallone di lato - ma per cercare di costruire.
E per costruire bisogna sapere, prima di tutto, qual è il problema, poi considerare che pur avendo degli interessi che s'intendono difendere e far affermare, l'altra parte ne ha di diversi, in parte contrapposti. Ambedue le parti devono avere la consapevolezza che solamente da un accordo otterranno l'accoglimento di alcune delle loro istanze iniziali, ma anche che dovranno rinunciare ad altre.
Con questo spirito si deve praticare la concertazione e sono contento che la realtà che ho visto - che vi auguro possiate affermare ancor più nei prossimi mesi con le realizzazioni di cui ho avuto qua un'esposizione attraverso fotografie e altri grafici - si realizzi. Livorno e i Comuni attorno a Livorno a partire dal Comune di Collesalvetti di cui siamo ospiti, rappresentano una realtà dell'integrazione dei Comuni del livornese. Ho già ricordato la piana dell'Arno questa magnifica piana che è uno sfogo enorme; una grande opportunità per Livorno, per il suo porto, per il progresso e l'avanzamento di questa magnifica zona.
Grazie a tutti quanti e buon lavoro.
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