Intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in occasione del conferimento della medaglia d'oro al valor militare al gonfalone della città di Piombino
Un saluto dopo aver appuntato la Medaglia d'oro al valor militare sul Gonfalone della vostra città. Ho voluto fortemente questo appuntamento con voi.
Desidero conferire di persona la medaglia d'oro al valor militare a una città nella quale, dopo l'8 settembre 1943, soldati e marinai si unirono ai cittadini, operai e portuali, e impugnarono le armi a difesa della dignità della Patria. Piombino ha combattuto. Ha respinto i primi assalti delle truppe naziste. Ha dato un esempio di coraggio che tutti gli italiani non devono dimenticare.
Che cosa fu l'8 settembre 1943, per noi, per la generazione che l'ha vissuto?
L'8 settembre è stato la prova più dura della nostra vita. L'8 settembre non è stato, come qualcuno ha scritto, la morte della Patria. Certo, l'8 settembre ci fu la dissoluzione dello Stato. Vennero meno tutti i punti di riferimento ai quali eravamo stati educati.
Ma fu in quelle drammatiche giornate che la Patria si è riaffermata nella coscienza di ciascuno di noi.
Ciascuno di noi si interrogò, nel suo intimo, sul senso del proprio far parte di una collettività nazionale, su come tener fede al giuramento fatto alla Patria.
Nelle scelte dei singoli italiani, in quei giorni, la Patria rinacque; rinacque nella nostra coscienza.
E la rinascita, l'anelito di libertà e di giustizia, il sentimento di dignità nazionale si sono poi consolidati e hanno assunto espressione nella Costituzione repubblicana. Fu, quell'8 settembre, per noi giovani un momento drammatico, di turbamento, di riflessione, di scelta.
La dissoluzione dello Stato, dei vertici civili e militari, fu un trauma spaventoso, al quale sentimmo di dover reagire.
Anche chi non ha vissuto quei giorni, gli italiani di oggi, soprattutto i giovani devono qualcosa a tutti coloro che dopo l'8 settembre reagirono, perché è grazie a loro che l'Italia è rinata.
Oggi sono a Piombino, e con gli eroi di Piombino, noi ricordiamo tutti coloro che in quei giorni non si arresero. E non furono pochi. Purtroppo, l'assenza di una "guida" rese frammentarie e quindi condannate all'insuccesso quelle pur nobili reazioni che videro uniti militari e civili.
Oggi sono a Piombino. Pochi mesi fa ero a Sant'Anna di Stazzema. Nei prossimi mesi mi recherò a Cefalonia, per rendere onore ai caduti della Divisione "Acqui", ai caduti in combattimento, alle migliaia di fucilati a sangue freddo dopo la resa, ai deportati.
In assenza di ordini, a quei soldati fu chiesto dal loro comandante se volevano arrendersi o combattere.
I soldati dell'"Acqui" scelsero di resistere. Su gesti quali quel consapevole voto e la valorosa resistenza di Piombino fu riscattato l'onore dell'Italia, è risorta la nostra Patria.
Nessuno oggi può dimenticarlo.
Viva la Repubblica Italiana!
Viva tutti i combattenti per la libertà e per la pace!