Incontro del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi con il prof. Giuseppe Arcaroli, presidente dell'Associazione nazionale vittime civili di guerra e con i componenti il consiglio nazionale del sodalizio
Desidero ringraziare tutti quanti voi e Lei Presidente per le parole che ha voluto pronunciare, che ho seguito con grande attenzione e che condivido pienamente.
La vostra attività è benemerita perché siete stati capaci non di limitarla a difendere coloro che avevano subito diretti effetti fisici, danni sul loro corpo a causa della guerra, ma perché è diventata un'Associazione che si è prefissa e sta operando, soprattutto, per promuovere la pace e per cercare di portare assistenza a coloro che da atti di guerra subiscono danno.
Abbiamo vissuto quegli anni indubbiamente drammatici. La seconda guerra mondiale è stata ben diversa dalla prima, che ha visto coloro che combattevano nelle trincee, con un immediato pericolo solo per le popolazioni che risiedevano nelle zone nelle quali si svolgevano i combattimenti. La seconda guerra mondiale invece ha interessato tutta la popolazione civile che è stata esposta al pericolo e alle terribili conseguenza della guerra.
Non dimentico quando mi trovavo militare in Albania del fatto che mi resi conto che in maggior pericolo erano i miei genitori che si trovavano in Italia, nella loro città di Livorno. Ricordo ancora la lettera in cui mia madre mi descrisse uno spaventoso bombardamento che nella primavera del 1943 colpì Livorno e nel quale morirono diverse centinaia di persone. In fondo erano più in pericolo loro nella propria abitazione, rispetto a me che mi trovavo in terra d'Albania, nella cosiddetta "area operativa".
Quindi, è stata questa una guerra che poi per noi italiani e per le nostre popolazioni, è stata particolarmente devastante quando essa è risalita, chilometro per chilometro, per tutta la nostra penisola.
Siamo distanti ormai oltre mezzo secolo da quegli eventi, ma innanzitutto è bene mantenerne viva la memoria, proprio perché è il miglior modo per fare opera di pace e, poi, perché, purtroppo, le guerre non sono scomparse, sia in paesi lontani che in paesi vicini.
Abbiamo assistito, in questi ultimi anni, a cosa hanno significato i conflitti nei Balcani, che ancora tuttora registriamo. Speriamo, finalmente, ora, di avviare un periodo di pace. Ma quante persone, anche in quelle terre hanno subito perdite, quanti civili sono stati feriti, sono stati vittime di atti di guerra.
Per queste ragioni noi dobbiamo operare e da qui l'apprezzamento per l'attività della vostra Associazione, che - come ha evidenziato il vostro Presidente - che svolge opera di pace. Non opera solamente nel senso di cercare di portare assistenza a coloro che sono colpiti da atti di guerra, ma per cercare di fa sì che nella mente degli uomini i sentimenti di pace prevalgano e si affermino.
In questi giorni siamo particolarmente preoccupati per quello che sta succedendo nel Medio Oriente, area altrettanto vicina.
Domenica scorsa ero a Piombino per conferire la medaglia d'oro al valore militare al Gonfalone di quella città. Fui lieto di concludere quella mattinata inaugurando un "monumento alla pace" in una delle piazze di Piombino e, in quell'occasione, sentii forte il bisogno di rivolgermi agli Israeliani e ai Palestinesi affinché cessassero da questo drammatico confronto, che con la guerra non solo porta dolori e distruzioni in quelle zone, ma impedisce altresì che il processo di pace possa dare i suoi frutti attraverso un maggiore benessere, una maggiore prosperità materiale e morale di popolazioni dell'intera area del Mediterraneo e di una parte dell'Asia.
Questi sono i sentimenti che ci devono animare e, quindi, li apprezzo nel vostro lavoro per quello che state facendo. Continuate perciò a mantenere la memoria di quegli eventi, perché è uno dei modi più efficaci per cercare di attuare quest'opera di prevenzione. Continuate, in questa vostra nuova iniziativa, ad essere vicini ai problemi e ai bisogni delle zone di Sarajevo al fine di lenire le sofferenze di coloro che sono stati colpiti da atti di guerra.
Con questi sentimenti vi ringrazio e vi rinnovo il mio pieno apprezzamento e l'invito a continuare in questa vostra opera. Grazie.
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La vostra attività è benemerita perché siete stati capaci non di limitarla a difendere coloro che avevano subito diretti effetti fisici, danni sul loro corpo a causa della guerra, ma perché è diventata un'Associazione che si è prefissa e sta operando, soprattutto, per promuovere la pace e per cercare di portare assistenza a coloro che da atti di guerra subiscono danno.
Abbiamo vissuto quegli anni indubbiamente drammatici. La seconda guerra mondiale è stata ben diversa dalla prima, che ha visto coloro che combattevano nelle trincee, con un immediato pericolo solo per le popolazioni che risiedevano nelle zone nelle quali si svolgevano i combattimenti. La seconda guerra mondiale invece ha interessato tutta la popolazione civile che è stata esposta al pericolo e alle terribili conseguenza della guerra.
Non dimentico quando mi trovavo militare in Albania del fatto che mi resi conto che in maggior pericolo erano i miei genitori che si trovavano in Italia, nella loro città di Livorno. Ricordo ancora la lettera in cui mia madre mi descrisse uno spaventoso bombardamento che nella primavera del 1943 colpì Livorno e nel quale morirono diverse centinaia di persone. In fondo erano più in pericolo loro nella propria abitazione, rispetto a me che mi trovavo in terra d'Albania, nella cosiddetta "area operativa".
Quindi, è stata questa una guerra che poi per noi italiani e per le nostre popolazioni, è stata particolarmente devastante quando essa è risalita, chilometro per chilometro, per tutta la nostra penisola.
Siamo distanti ormai oltre mezzo secolo da quegli eventi, ma innanzitutto è bene mantenerne viva la memoria, proprio perché è il miglior modo per fare opera di pace e, poi, perché, purtroppo, le guerre non sono scomparse, sia in paesi lontani che in paesi vicini.
Abbiamo assistito, in questi ultimi anni, a cosa hanno significato i conflitti nei Balcani, che ancora tuttora registriamo. Speriamo, finalmente, ora, di avviare un periodo di pace. Ma quante persone, anche in quelle terre hanno subito perdite, quanti civili sono stati feriti, sono stati vittime di atti di guerra.
Per queste ragioni noi dobbiamo operare e da qui l'apprezzamento per l'attività della vostra Associazione, che - come ha evidenziato il vostro Presidente - che svolge opera di pace. Non opera solamente nel senso di cercare di portare assistenza a coloro che sono colpiti da atti di guerra, ma per cercare di fa sì che nella mente degli uomini i sentimenti di pace prevalgano e si affermino.
In questi giorni siamo particolarmente preoccupati per quello che sta succedendo nel Medio Oriente, area altrettanto vicina.
Domenica scorsa ero a Piombino per conferire la medaglia d'oro al valore militare al Gonfalone di quella città. Fui lieto di concludere quella mattinata inaugurando un "monumento alla pace" in una delle piazze di Piombino e, in quell'occasione, sentii forte il bisogno di rivolgermi agli Israeliani e ai Palestinesi affinché cessassero da questo drammatico confronto, che con la guerra non solo porta dolori e distruzioni in quelle zone, ma impedisce altresì che il processo di pace possa dare i suoi frutti attraverso un maggiore benessere, una maggiore prosperità materiale e morale di popolazioni dell'intera area del Mediterraneo e di una parte dell'Asia.
Questi sono i sentimenti che ci devono animare e, quindi, li apprezzo nel vostro lavoro per quello che state facendo. Continuate perciò a mantenere la memoria di quegli eventi, perché è uno dei modi più efficaci per cercare di attuare quest'opera di prevenzione. Continuate, in questa vostra nuova iniziativa, ad essere vicini ai problemi e ai bisogni delle zone di Sarajevo al fine di lenire le sofferenze di coloro che sono stati colpiti da atti di guerra.
Con questi sentimenti vi ringrazio e vi rinnovo il mio pieno apprezzamento e l'invito a continuare in questa vostra opera. Grazie.