Valona. Incontro con la stampa
Desidero, al termine di questa straordinaria giornata, cercare di raccogliere con voi non idee, ma sentimenti: quelli che sto provando e ho provato in questo giorno, dall'incontro iniziale che ho avuto a Tirana con il Presidente della Repubblica albanese a quello con tutti coloro che a Tirana, con varie responsabilità, operano in modo straordinariamente coeso, pur provenendo da amministrazioni, da città, da esperienze diverse.
Mi ha molto colpito in tutto questo, il campo che ora insieme abbiamo visitato. La capacità di coordinarsi, di integrarsi in maniera spontanea è la forza di questa presenza italiana a favore di popolazioni che soffrono. Vorrei sottolinearlo, perché penso che noi tutti italiani dobbiamo essere orgogliosi di quello che qui è stato e si sta facendo.
Il sentimento che si prova è quello di una reazione spontanea di fronte a una tragedia, al dramma, qui avvenuto, di popolazioni cacciate dalle loro case, in preda alla disperazione, che hanno trovato altri esseri umani capaci di organizzare per loro una sopravvivenza attiva.
Desidero lasciare, come testimonianza di questa giornata, l'assicurazione che ho pregato tutti gli italiani che qui cooperano, di garantire ai kosovari qui assistiti che l'Italia continuerà a farlo fin quando non sarà possibile il rientro nelle loro case e nelle loro terre. Solo questo può dare loro tranquillità; ora che finalmente sta arrivando la tanto desiderata pace, bisogna insistere su questo. Il compito dei nostri militari che insieme agli altri contingenti, da stanotte, entreranno nel Kosovo, è dare a questa zona la tranquillità che faciliti il ritorno degli abitanti; dare ai kosovari rifugiati la serenità di sapere che torneranno nelle loro case e noi li assisteremo fino a quando non potranno farlo.
DOMANDA:
Presidente, quali prospettive, ci sono? Che tempi?
Presidente CIAMPI:
I tempi non sono certamente in grado di darveli oggi. Certo prima è, meglio è. Ma non possiamo farli tornare, finché non si potrà avere la certezza che nelle loro case troveranno pace, stabilità e possibilità di vivere.
Quello che ci colpisce maggiormente in questi campi è la grande presenza di bambini e il modo con cui sono trattati. Vedere sotto tante tende bambini che fanno scuola, disegnano, cantano, con degli insegnanti che fanno sì che la loro giornata sia piena, una giornata in cui essi sono portati un po' alla volta a distaccarsi dagli orrori che hanno visto e passano dai disegni dei carri armati ai disegni di piante e di fiori, è un altro aspetto di cui bisogna ricordarsi.
Io non riesco, in questo momento, a mettere insieme altri pensieri, altre considerazioni, se non rinnovare il mio ringraziamento a tutti coloro che in questa realtà operano, il mio ringraziamento vivo. Come ho detto ieri alla televisione, l'Italia rende loro onore. Perché loro hanno onorato la loro Patria. Questo è tutto.
Desidero anche rinnovare il mio ringraziamento al Presidente della Repubblica albanese. Abbiamo passato questa giornata insieme. Penso che niente più di questa visita fatta insieme nei vari campi, abbia cementato un'amicizia personale e abbia rafforzato l'amicizia vera che vi è fra il popolo albanese e il popolo italiano.
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