Il Diario storico
Il treno presidenziale, che durante la notte aveva sostato nella stazione ferroviaria di Giardini - Taormina, giunge alla stazione di Messina alle ore 8,30. A ricevere il capo dello Stato si trovano il Prefetto e il Commissario al Comune di Messina, i parlamentari della Provincia, l'Arcivescovo S.E. Rev.ma Monsignor Paino, il Comandante Militare del Territorio, il Presidente della Deputazione Provinciale, l'Ingegnere Capo del Genio Civile, l'Ammiraglio Mirti, il Primo Presidente della Corte d'appello e tutte le altre autorità Provinciali; una numerosa folla tributa calorose manifestazioni all'indirizzo del Capo dello Stato.
Il Presidente della Repubblica, la Signora Einaudi e il seguito insieme all'On. Piccioni, al Ministro Aldisio, al Presidente della Regione e ad altre personalità si recano subito in automobile a visitare i danni causati dal nubifragio sulla riva dello stretto e sulla costa tirrenica fin verso Pace del Mela e Giammoro dove vengono visitate le abitazioni invase dalle acque per lo straripamento del torrente Muto.
Gli illustri visitatori raggiungono poi a piedi l'abitato della frazione Giammoro interessandosi alle cause che avevano determinato lo straripamento e l'allagamento.
Anche qui il Capo dello Stato fa consegnare al Sindaco somme di danaro e indumenti per gli immediati soccorsi.
Seguendo poi all'inverso l'itinerario di andata, il corteo delle auto giunge in piazza Municipio a Messina. L'automobile presidenziale si ferma al Molo in cui è ormeggiata la corazzata "Andrea Doria". Prima che il Presidente lasci Messina il Commissario Prefettizio al Comune Gli offre un album di fotografie che mostrano il martirio della città negli ultimi quarant'anni.
Il Presidente della Regione, nel salutare il Presidente della Repubblica, Lo ringrazia a nome della Sicilia assicurando che le fatiche da Lui affrontate nel lungo giro dell'Isola son valse a far sentire alle popolazioni, che tanti danni hanno subito dal nubifragio, la solidarietà della nazione.
Il Presidente della Repubblica, salito quindi sull' "Andrea Doria", accompagnato dal Generale Marazzani e dall'Ammiraglio Girosi, passa in rassegna la compagnia d'onore schierata sulla tolda della nave e quindi trasmette a mezzo della radio il seguente messaggio:
" Sul punto di portarmi in Sardegna dopo la mia visita alle terre di Calabria e di Sicilia colpite dalle alluvioni, si ravviva il mio rammarico per la brevità del tempo e per le interruzioni che mi hanno negato la possibilità di raggiungere tutti i luoghi sinistrati. Affido perciò alla RAI il mio saluto memore e affettuoso per le popolazioni di Calabria e di Sicilia, così che tutti coloro che hanno subito lutti e perdite siano in grado di accoglierlo dalla mia stessa voce e senza ulteriore ritardo. E con il mio saluto possa giungere a tutti il conforto di quella solidarietà operante che è giusto Calabria e Sicilia si attendano dalla simpatia del paese, fraternamente partecipe dei loro patimenti, dei loro propositi e delle loro speranze."
Alle ore 12,30 la nave, sulla quale oltre al Capo dello Stato e alla Signora Einaudi, aveva preso imbarco anche il Ministro Aldisio, lascia gli ormeggi e vira verso la punta del Faro diretta in Sardegna.