"Per senso dell'onore e per amore di patria. La resistenza dei militari dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 nella vicenda della divisione Acqui a Cefalonia"
Archivio Storico della Presidenza della Repubblica 3 maggio 2022, ore 16.30
Per senso dell'onore e per amore di patria. La resistenza dei militari dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 nella vicenda della divisione Acqui a Cefalonia
A proposito dei volumi "Cefalonia. La resistenza, l'eccidio, il mito" di Elena Aga Rossi (il Mulino 2021) e "La battaglia di Cefalonia. Diario di un reduce" di Ermanno Bronzini, con prefazione di Elena Aga Rossi (il Mulino 2019).
Organizzato dall'Archivio storico nel quadro delle iniziative programmate per gli ottant'anni dal proclama di armistizio di Pietro Badoglio dell'8 settembre 1943, e nel prendere lo spunto dal volume di Elena Aga Rossi e dal Diario di Ermanno Bronzini, il seminario intende ripercorrere idealmente il lungo itinerario che dagli avvenimenti drammatici, dolorosi e complessi legati all'eccidio di Cefalonia - dove, dopo l'armistizio, centinaia di ufficiali e soldati italiani della divisione Acqui vennero trucidati dai tedeschi al termine di una settimana di combattimenti, - avrebbe condotto alla creazione del "mito di Cefalonia" che, nella commemorazione del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi del 1° marzo 2001, fu letto come «primo atto della Resistenza di un'Italia libera dal Fascismo».
Grazie alla rigorosa attenzione alla qualità delle fonti e al ricorso ad un imponente lavoro di scavo documentario, quale emerge dai volumi editi dal Mulino, il seminario si propone di ripercorrere la vicenda e le ragioni di una memoria storica divisa, che ha visto nella resistenza della Acqui il primo episodio della lotta di liberazione, ma anche un atto irresponsabile, destinato a una fine tragica.
"Decisero di non cedere le armi. Preferirono combattere e morire per la patria. Tennero fede al giuramento.
Questa...è l'essenza della vicenda di Cefalonia nel settembre del 1943...La loro scelta consapevole fu il primo atto della Resistenza, di un'Italia libera dal fascismo...A voi, ufficiali, sottufficiali e soldati della "Acqui" qui presenti, sopravvissuti al tragico destino della vostra Divisione, mi rivolgo con animo fraterno.
Noi, che portavamo allora la divisa, che avevamo giurato, e volevamo mantenere fede al nostro giuramento, ci trovammo d'improvviso allo sbaraglio, privi di ordini.
La memoria di quei giorni è ancora ben viva in noi. Interrogammo la nostra coscienza. Avemmo, per guidarci, soltanto il senso dell'onore, l'amor di Patria, maturato nelle grandi gesta del Risorgimento...Voi, alla fine del lungo travaglio causato dal colpevole abbandono, foste posti, il 14 settembre 1943, dal vostro comandante, Generale Gandin, di fronte a tre alternative: combattere al fianco dei tedeschi; cedere loro le armi; tenere le armi e combattere. Schierati di fronte ai vostri comandanti di reparto, vi fu chiesto, in circostanze del tutto eccezionali, in cui mai un'unità militare dovrebbe trovarsi, di pronunciarvi. Con un orgoglioso passo avanti faceste la vostra scelta, "unanime, concorde, plebiscitaria": "combattere, piuttosto di subire l'onta della cessione delle armi".
Decideste così, consapevolmente, il vostro destino. Dimostraste che la Patria non era morta. Anzi, con la vostra decisione, ne riaffermaste l'esistenza. Su queste fondamenta risorse l'Italia. Combatteste con coraggio, senza ricevere alcun aiuto, al di fuori di quello offerto dalla Resistenza greca. Poi andaste incontro a una sorte tragica, senza precedenti nella pur sanguinosa storia delle guerre europee...Dove trovarono tanto coraggio ragazzi ventenni, soldati sottufficiali, ufficiali di complemento e di carriera?
La fedeltà ai valori nazionali e risorgimentali diede compattezza alla scelta di combattere.
L'onore, i valori di una grande tradizione di civiltà, la forza di una Fede antica e viva, generarono l'eroismo di fronte al plotone d'esecuzione...Divenne chiaro in noi, in quell'estate del 1943, che il conflitto non era più fra Stati, ma fra princìpi, fra valori.
Un filo ideale, un uguale sentire, unirono ai militari di Cefalonia quelli di stanza in Corsica, nelle isole dell'Egeo, in Albania o in altri teatri di guerra. Agli stessi sentimenti si ispirarono le centinaia di migliaia di militari italiani che, nei campi di internamento, si rifiutarono di piegarsi e di collaborare, mentre le forze della Resistenza prendevano corpo sulle nostre montagne, nelle città...", dal discorso svolto dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in occasione della commemorazione dei Caduti italiani della Divisione "Acqui" a Cefalonia, Cefalonia, 1° marzo 2001.
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Il Presidente Giorgio Napolitano rende onore a Cefalonia alla Divisione Acqui, 25 aprile 2007
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La manifestazione sarà trasmessa in diretta streaming tramite il canale youtube del Quirinale accessibile attraverso la Home Page del Portale storico della Presidenza della Repubblica