"...Il Presidente della Repubblica è garante della Costituzione. La garanzia più forte della nostra Costituzione consiste, peraltro, nella sua applicazione. Nel viverla giorno per giorno.
Garantire la Costituzione significa garantire il diritto allo studio dei nostri ragazzi in una scuola moderna in ambienti sicuri, garantire il loro diritto al futuro. Significa riconoscere e rendere effettivo il diritto al lavoro. Significa promuovere la cultura diffusa e la ricerca di eccellenza, anche utilizzando le nuove tecnologie e superando il divario digitale. Significa amare i nostri tesori ambientali e artistici. Significa ripudiare la guerra e promuovere la pace... Significa libertà. Libertà come pieno sviluppo dei diritti civili, nella sfera sociale come in quella economica, nella sfera personale e affettiva. Garantire la Costituzione significa affermare e diffondere un senso forte della legalità..."
(Sergio Mattarella, Messaggio al Parlamento nel giorno del giuramento, Palazzo Montecitorio 3 febbraio 2015)
"La Pedagogia della Costituzione" Costruire una cultura costituzionale. Policies, linguaggi, narrazioni.
A proposito del progetto "Lessico per la Repubblica. Dall'autogoverno comunale all'Europa unita" Progetto biennale di Maurizio Ridolfi e Sante Cruciani
Incontro di studio nel quadro delle iniziative dedicate ai 75 anni dell'entrata in vigore della Costituzione. Ciclo di Seminari organizzati dall'Archivio storico della Presidenza della Repubblica
"...Quando gli Italiani tornarono a votare liberamente, il 2 giugno del 1946, scelsero la Repubblica. Ha avuto allora inizio un nuovo capitolo della storia d'Italia. La nostra società era solcata da profonde divisioni e da antagonismi ideologici tra forze politiche diverse. Fu merito e gloria dei Padri della Repubblica di aver dato vita, con spirito concorde, alla Costituzione, la Carta che ancora oggi stabilisce le regole del nostro vivere insieme. E' nel dettato della Costituzione che un Presidente della Repubblica, eletto come supremo garante delle istituzioni e delle libertà di tutti, trova le parole illuminanti, i principi, i valori, le regole che gli indicano con chiarezza quali debbano essere le sue scelte. La Costituzione è stata e rimane la mia Bibbia civile, il testo su cui ho riflettuto in ogni momento difficile. Io non sono mai stato un uomo politico, ma soltanto un cittadino al servizio dello Stato. Quando ero già avanti negli anni, mi sono stati affidati compiti politici, che mi sono sforzato di assolvere avendo sempre per sicuro riferimento la Costituzione...Avevo nel cuore, fin dal primo giorno del Settennato, una idea dell'Italia. Avevo in mente anche un'idea dell'Europa, che la nuova Italia democratica e repubblicana ha fin dall'inizio contribuito a costruire...Questi sentimenti, frutto delle esperienze di una vita iniziata, nella gioventù, negli anni drammatici della seconda guerra mondiale e della lotta di liberazione, mi hanno ispirato stati d'animo a cui, divenuto Capo dello Stato, ho dato spontanea espressione: l'amor di Patria, l'adesione istintiva ai simboli della Nazione italiana, l'inno di Mameli, la bandiera tricolore, il vessillo levato in alto dagli eroi del Risorgimento.
Mi ha guidato il rispetto delle grandi istituzioni nazionali, create dalla Costituzione repubblicana: il Parlamento; gli Organi liberamente eletti cui è affidato il compito di governare la Cosa Pubblica, nell'ambito nazionale e in quello locale; la Corte costituzionale, di cui abbiamo appena celebrato il cinquantesimo anniversario; il libero, autonomo e indipendente Ordine giudiziario; le Forze Armate e le Forze dell'Ordine.
Proponendo ai miei compatrioti questi miei sentimenti e convinzioni, ho avuto una risposta popolare corale, al di là di ogni attesa. Nel mio lungo viaggio in tutte le province d'Italia mi sono sentito sostenuto ad ogni passo da un largo consenso, espressione di uno spontaneo, forte, sincero patriottismo...Tutto ciò mi ha dato forza per affrontare ogni nuova difficoltà, ogni momento di crisi, operando come mi suggeriva la Costituzione, come mi dettava la coscienza..."
(Carlo Azeglio Ciampi, Cerimonia di consegna delle Medaglie d'Oro al Merito Civile nella ricorrenza del 61° anniversario della Liberazione, Palazzo del Quirinale 25 aprile 2006)
"...Ma il senso della comunità, il senso del Paese è certamente un fattore imprescindibile. Io ho voluto allora spezzare anche una lancia per la parola Patria perché la comunità nazionale, il Paese, sono espressioni assolutamente corrette che indicano il nostro stare insieme in questo luogo che è l'Italia, in questo Stato che abbiamo unificato, ricordiamolo, nel 1861, in questo Stato che da più di sessanta anni ha una sua Costituzione democratica. Non dobbiamo, però tralasciare il significato della parola Patria che evoca un'adesione emotiva, un'adesione istintiva, vorrei perfino dire, di tutti i cittadini all'Italia. Io insisto, soprattutto per i giovani, nel dire che la parola Patria non è retorica: sarebbe fuorviante. Io ho detto di come ci sia stato un processo di conquista e riconquista del senso della Patria. Ci sono stati periodi in cui la parola Patria sembrava essere requisita da un'ideologia nazionalistica ma quando noi diciamo la parola Patria non ci contrapponiamo ad altre patrie.
Ci siamo formati come cittadini di questo Paese leggendo la Costituzione repubblicana, nel rispetto degli altri paesi, non cercando con arroganza, o addirittura ricorrendo alla forza per conquistare una posizione di preminenza, opprimendo altri popoli, ma volendo vivere in un consorzio di nazioni, sapendo che ciascun popolo ha la sua identità, la sua Patria. Noi dobbiamo sapere l'importanza che questa parola ha avuto nel moto risorgimentale. Quando si trattava di unificare l'Italia, la parola Patria aveva un senso assoluto. C'è un bel passaggio di Cavour che è stato il grande statista artefice dell'unità italiana, il quale facendo, all'indomani della spedizione dei Mille, un grande omaggio a Garibaldi (eppure tra loro c'erano stati tanti contrasti) dice che il capolavoro di Garibaldi, il grande servigio che Garibaldi rese all'Italia, fu quello di dare agli italiani fiducia in se stessi e dimostrare al mondo come essi erano capaci di battersi per avere una Patria"...."
(Giorgio Napolitano, Collegamento con "Radio gioventù". Rubrica radiofonica del Ministro della Gioventù Giorgia Meloni, 7 ottobre 2009)
"...Nel linguaggio corrente si è soliti tradurre il compito del Capo dello Stato nel ruolo di un arbitro, del garante della Costituzione. E' una immagine efficace. All'arbitro compete la puntuale applicazione delle regole. L'arbitro deve essere - e sarà - imparziale. I giocatori lo aiutino con la loro correttezza.
Il Presidente della Repubblica è garante della Costituzione. La garanzia più forte della nostra Costituzione consiste, peraltro, nella sua applicazione. Nel viverla giorno per giorno.
Garantire la Costituzione significa garantire il diritto allo studio dei nostri ragazzi in una scuola moderna in ambienti sicuri, garantire il loro diritto al futuro. Significa riconoscere e rendere effettivo il diritto al lavoro. Significa promuovere la cultura diffusa e la ricerca di eccellenza, anche utilizzando le nuove tecnologie e superando il divario digitale. Significa amare i nostri tesori ambientali e artistici. Significa ripudiare la guerra e promuovere la pace. Significa garantire i diritti dei malati. Significa che ciascuno concorra, con lealtà, alle spese della comunità nazionale. Significa che si possa ottenere giustizia in tempi rapidi. Significa fare in modo che le donne non debbano avere paura di violenze e discriminazioni. Significa rimuovere ogni barriera che limiti i diritti delle persone con disabilità. Significa sostenere la famiglia, risorsa della società. Significa garantire l'autonomia ed il pluralismo dell'informazione, presidio di democrazia. Significa ricordare la Resistenza e il sacrificio di tanti che settanta anni fa liberarono l'Italia dal nazifascismo. Significa libertà. Libertà come pieno sviluppo dei diritti civili, nella sfera sociale come in quella economica, nella sfera personale e affettiva. Garantire la Costituzione significa affermare e diffondere un senso forte della legalità..."
(Sergio Mattarella, Messaggio al Parlamento nel giorno del giuramento, Palazzo Montecitorio 3 febbraio 2015)
Nel quadro delle iniziative seminariali programmate per i 75 anni dalla entrata in vigore della nostra Carta costituzionale, l'Archivio storico della Presidenza della Repubblica - dopo aver avviato negli ultimi anni, in occasione dei settant'anni della elezione della Assemblea Costituente e del protrarsi dei suoi lavori, una riflessione sulle fonti, la storiografia, i percorsi di ricerca, le prospettive di analisi storico-politica e istituzionale, utili a tracciare i caratteri genetici dell'Italia democratica -, al fine di avvicinare i giovani alla storia ed ai processi che hanno accompagnato e favorito la nascita della Repubblica e l'affermarsi di una cultura repubblicana, ha inteso richiamare l'attenzione verso le policies di educazione alla cittadinanza, ma anche verso le iniziative, i linguaggi, le narrazioni, adottati da soggetti pubblici e privati al fine di promuovere, attraverso la conoscenza della Costituzione, una rigorosa e solida cultura costituzionale, ispirata ai principi e valori trasmessi dai Costituenti.
E' in questo contesto che il Seminario dedicato alla "Pedagogia della Costituzione", intende condividere le riflessioni, le esperienze, i programmi, le azioni, le prospettive, maturate nel corso delle attività svolte da ciascuno dei relatori che, nell'ambito delle rispettive specificità e ruoli istituzionali coperti, ha operato ed opera nella attuazione dei principi sanciti dalla Costituzione.
Il Seminario segue idealmente gli Incontri di studio svoltisi il 1° e il 13 dicembre 2023 e il 31 gennaio 2024, intesi rispettivamente a presentare l'esperienza maturata dal "Laboratorio permanente di partecipazione e di educazione alla Cittadinanza attiva", centrato sul volume "La Costituzione aperta a tutti", curato da Marta Caredda e Marco Ruotolo (Giuffrè Francis Lefebvre, 2023), il primo; a discutere le Policies, i Linguaggi, le Narrazioni, adottati da Istituzioni e rilevanti soggetti pubblici e privati, il secondo; a condividere le culture e le esperienze riconducibili a L'art. 3. Policies, ricerca sociale, ascolto. A proposito di "Disabilità e povertà nelle famiglie italiane". Il 1° rapporto di CBM e Fondazione Zancan sulla disabilità in Italia, il terzo.
Si chiede di confermare la presenza entro martedì 7 febbraio 2024 inviando i propri dati (nome, cognome, luogo e data di nascita) all'indirizzo [email protected]
La manifestazione sarà anche trasmessa in diretta streaming tramite il canale YouTube dell'Archivio storico della Presidenza della Repubblica