"...C'è anzitutto il dovere della memoria nei confronti di coloro che la barbarie del secolo, l'ideologia nazista, condusse alla morte, spesso con una ferocia...che riesce oggi inimmaginabile, incredibile ... A voi giovani voglio anche dire che vi è una forza della memoria: si deve conservare vivo il ricordo delle tragedie passate perché la memoria è una forza capace di cambiare il mondo..." (Carlo Azeglio Ciampi in occasione del "Giorno della Memoria", 27 gennaio 2002)
Sul "Dovere della Memoria". A proposito del volume "La Shoah dell'Arte", a cura di Vittorio Pavoncello (Edizioni Progetto Cultura, Roma, 2020)
Incontro di studio nel quadro delle iniziative dedicate a "1943-1944. Dallo sbarco in Sicilia alla liberazione di Roma". Ciclo di Seminari organizzati dall'Archivio storico della Presidenza della Repubblica
"Questo libro dunque raccontando di arte - ha scritto Vittorio Pavoncello nella introduzione al volume - parla anche di molte altre cose e raccoglie tutto ciò che dal 2015 al 2018 è stato realizzato durante la Shoah dell'Arte. La sua composizione è anomala perché spazia nei generi, nella scelta dei contenuti, nelle esperienze dirette...Un insieme di parole, vocaboli, nomi, che si rimandano e connettono a volte inaspettatamente, dando una visione e documentazione, descrivendo la varietà e l'intrecciarsi del periodo storico trattato, di coloro che lo hanno vissuto, formando un discorso che arriva fino ai nostri giorni ancora non concluso, e non esauribile...Fra gli "oggetti" della Shoah, l'arte rappresentava qualcosa in più: un quadro, una scultura, un testo, una immagine, raccontavano sia i contenuti, sia l'artista. E dall'opera d'arte si poteva risalire alla storia. Gli artisti poi, se non erano asserviti alle fedi nazifasciste, erano estremamente imbarazzanti per i regimi, e il loro controllo si rendeva necessario per non creare modelli di indocilità. Il razzismo nazifascista si difese trasformando l'arte fastidiosa in un prodotto di menti razzialmente malate e inferiori. L'opera d'arte oltre ad una sua storia estetica si portava dentro ed esprimeva anche la vita e la storia dell'artista.
Gli artisti e le opere d'arte che si sono salvati, quindi, raccontano non solo l'estetica ma anche la storia, direi le storie. Le opere d'arte sono dei testimoni della Shoah che rimarranno, quando i testimoni non ci saranno più. Se il nazifascismo fosse riuscito nel suo progetto di distruzione di massa noi non avremmo i nostri musei di arte contemporanea, poiché non avremmo l'arte contemporanea.
Il progetto la Shoah dell'Arte, nelle sue quattro edizioni (2015-2018), costituisce, quindi, - prosegue Pavoncello - oltre che una valorizzazione dei patrimoni culturali, anche un'opera di ricognizione e salvaguardia della memoria. E permette di ascoltare durante il Giorno della Memoria ciò che i testimoni sopravvissuti tramandano, ma anche ciò che gli artisti attraverso le loro opere d'arte hanno voluto raccontare, e ciò che loro stessi hanno vissuto, questo permette di vivere la memoria.
Tutto ciò non significa che la Shoah dell'Arte debba raccontare solo quelle opere che abbiano i Lager come soggetto o che riguardino i soli ebrei. Di fronte a un qualsiasi quadro, di un qualsiasi artista che fu perseguitato, vittima, oppositore dei regimi noi dobbiamo pensare e riflettere che se la distruzione di massa, voluta dalle logiche del razzismo scientifico, avesse avuto la meglio, di fronte a noi avremmo il vuoto.".
Il seminario di studio - organizzato nella ricorrenza della liberazione di Roma dall'Archivio storico della Presidenza della Repubblica con l'Associazione culturale Ecad, con la Fondazione Giacomo Matteotti ETS, con la Fondazione Giuseppe Emanuele e Vera Modigliani -, nel prendere lo spunto dai progetti, dalle opere e dai contributi presentati nel volume, rientra nel ciclo di iniziative seminariali programmate dall'Archivio storico per gli ottant'anni dall'armistizio dell'8 settembre 1943, intese a ripercorrere idealmente il lungo itinerario che condusse il nostro Paese alla Liberazione, che vide nascere, dalle rovine della guerra, una nuova e diversa Italia, che troverà i suoi compimenti il 2 giugno del 1946, con la scelta della Repubblica e il primo gennaio 1948 con l'entrata in vigore della nostra Carta costituzionale.
Si chiede di confermare la presenza entro il 9 maggio 2023 inviando i propri dati (nome, cognome, luogo e data di nascita) all'indirizzo [email protected]
La manifestazione sarà anche trasmessa in diretta streaming tramite il canale YouTube dell'Archivio storico della Presidenza della Repubblica