Incontro del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi con la Comunità di sant'Egidio
Vorrei ringraziare il Presidente Riccardi per le parole che mi ha rivolto, che esprimono i vostri sentimenti e vi sono grato per avermi voluto accogliere con tanto calore.
Ma vorrei soffermarmi soprattutto sulla ragione dell'incontro di oggi: l'assegnazione del "Premio Balzan" alla Comunità di Sant'Egidio.
L'ho particolarmente apprezzato, perché sono convinto della importanza dell'opera che voi state svolgendo in questa difficile lotta contro la terribile malattia dell'Aids.
Non potrò mai dimenticare l'enorme tristezza che provai in Sud Africa, a Città del Capo - quando mi recai a visitare un reparto di neonati affetti dall'AIDS - nel vedere questi piccoli esseri umani nei loro lettini, con la flebo inserita nelle loro piccole braccia, che erano incapaci di sorridere. In genere quando ti avvicini, accarezzi e guardi con affetto un bambino di quella età, ti aspetti che egli ti risponda con un sorriso. Invece nessuno di loro sapeva sorridere.
Fu quella una emozione notevole sia per me che per mia moglie, che ci è rimasta fortemente impressa.
Per questo ho apprezzato sia l'opera che la Comunità di Sant'Egidio ha attuato e sta svolgendo in Mozambico, sia l'esempio che essa dà nel campo della cura di questa terribile malattia che sta distruggendo l'Africa e dall'Africa sta minacciando l'intero mondo.
Il problema, come ho altre volte sottolineato, non è solamente quello di fornire medicinali per la terapia, ma di come riuscire a portare gli ammalati nei luoghi di cura. Perché l'Aids non si affronta con la semplice somministrazione di un vaccino, mediante una, due o tre iniezioni, che pongono termine alla cura della patologia, ma necessita di una cura che dura per tutta la vita.
E quindi l'interrogativo è: come si fa a organizzare in paesi come l'Africa l'approvvigionamento di adeguate attrezzature per permettere con periodicità al malato di beneficiare di una cura?
Voi tutto ciò lo avete saputo fare. Ed è un grande merito che vi deve essere riconosciuto, per quanto state compiendo in Mozambico e per quello che state realizzando anche in altri paesi africani, che sono tra i più flagellati da questa malattia.
Vorrei aggiungere altre poche considerazioni. L'opera che voi svolgete, soprattutto in Italia, ma anche in tanti altri paesi è fondamentale, che va al di là dell'assistenza materiale, in quanto è caratterizzata dallo spirito che vi anima e per come essa incide sulla l'educazione dei nostri giovani alla vita.
Il merito della vostra opera si manifesta non solo per il sollievo che portate ai malati, ma per il contributo che date affinché i giovani comprendano l'importanza del rispetto per gli altri, della conoscenza degli altri, che hanno gli stessi meriti e gli stessi diritti che noi riteniamo siano dovuti a noi e per come voi li spronate a cercare di far sì che essi beneficino delle nostre stesse condizioni di benessere, o quantomeno di dignità della vita.
Questo è uno dei principali meriti che ha la Comunità di Sant'Egidio.
Con questi sentimenti, vi saluto tutti quanti, dai più giovani agli anziani e ai coetanei, e vi auguro di mantenere sempre vivo questo spirito, perché quello che voi fate con passione non è legato all'età, ma è proprio una questione di concezione della vita.
Grazie a tutti.
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Ma vorrei soffermarmi soprattutto sulla ragione dell'incontro di oggi: l'assegnazione del "Premio Balzan" alla Comunità di Sant'Egidio.
L'ho particolarmente apprezzato, perché sono convinto della importanza dell'opera che voi state svolgendo in questa difficile lotta contro la terribile malattia dell'Aids.
Non potrò mai dimenticare l'enorme tristezza che provai in Sud Africa, a Città del Capo - quando mi recai a visitare un reparto di neonati affetti dall'AIDS - nel vedere questi piccoli esseri umani nei loro lettini, con la flebo inserita nelle loro piccole braccia, che erano incapaci di sorridere. In genere quando ti avvicini, accarezzi e guardi con affetto un bambino di quella età, ti aspetti che egli ti risponda con un sorriso. Invece nessuno di loro sapeva sorridere.
Fu quella una emozione notevole sia per me che per mia moglie, che ci è rimasta fortemente impressa.
Per questo ho apprezzato sia l'opera che la Comunità di Sant'Egidio ha attuato e sta svolgendo in Mozambico, sia l'esempio che essa dà nel campo della cura di questa terribile malattia che sta distruggendo l'Africa e dall'Africa sta minacciando l'intero mondo.
Il problema, come ho altre volte sottolineato, non è solamente quello di fornire medicinali per la terapia, ma di come riuscire a portare gli ammalati nei luoghi di cura. Perché l'Aids non si affronta con la semplice somministrazione di un vaccino, mediante una, due o tre iniezioni, che pongono termine alla cura della patologia, ma necessita di una cura che dura per tutta la vita.
E quindi l'interrogativo è: come si fa a organizzare in paesi come l'Africa l'approvvigionamento di adeguate attrezzature per permettere con periodicità al malato di beneficiare di una cura?
Voi tutto ciò lo avete saputo fare. Ed è un grande merito che vi deve essere riconosciuto, per quanto state compiendo in Mozambico e per quello che state realizzando anche in altri paesi africani, che sono tra i più flagellati da questa malattia.
Vorrei aggiungere altre poche considerazioni. L'opera che voi svolgete, soprattutto in Italia, ma anche in tanti altri paesi è fondamentale, che va al di là dell'assistenza materiale, in quanto è caratterizzata dallo spirito che vi anima e per come essa incide sulla l'educazione dei nostri giovani alla vita.
Il merito della vostra opera si manifesta non solo per il sollievo che portate ai malati, ma per il contributo che date affinché i giovani comprendano l'importanza del rispetto per gli altri, della conoscenza degli altri, che hanno gli stessi meriti e gli stessi diritti che noi riteniamo siano dovuti a noi e per come voi li spronate a cercare di far sì che essi beneficino delle nostre stesse condizioni di benessere, o quantomeno di dignità della vita.
Questo è uno dei principali meriti che ha la Comunità di Sant'Egidio.
Con questi sentimenti, vi saluto tutti quanti, dai più giovani agli anziani e ai coetanei, e vi auguro di mantenere sempre vivo questo spirito, perché quello che voi fate con passione non è legato all'età, ma è proprio una questione di concezione della vita.
Grazie a tutti.
Diario storico
Intervento, in forma ufficiale, del Presidente della Repubblica all'Accademia Nazionale dei Lincei in occasione della proclamazione dei Premi Balzan 2004, Roma, Palazzina dell'AuditorioVisita del Presidente della Repubblica alla Comunità di S. Egidio, in occasione della consegna del Premio Balzan 2004, Roma
Impegni del Presidente della Repubblica