Intervista del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi al direttore del Tg.1 Clemente Mimun su Alcide De Gasperi
DOMANDA:
Presidente ricorrono i cinquant'anni dalla morte di un grande statista, Alcide de Gasperi. Quanto è stato importante per l'Italia?
RISPOSTA:
Lei ha usato una giusta espressione: un grande statista. Che è stato di straordinaria importanza per l'Italia. Basti pensare a come lui ha affrontato a Parigi la sua andata per la firma del Trattato di pace. Con quale dignità.
DOMANDA:
Era proprio un giorno difficile quello?
RISPOSTA:
Credo che anche coloro che non ne condividevano alcune posizioni politiche interne, lo ammirarono per come lui si comportò in quell'occasione. Per la dignità.
DOMANDA:
Ma perché tanta motivazione, tanta carica, tanta forza verso l'Europa da parte di quella generazione?
RISPOSTA:
Perché avevano vissuto la dittatura e la guerra; la Prima guerra mondiale e la seconda guerra mondiale, ancora più terribile. E nacque proprio in quel periodo la loro convinzione che l'Europa non si sarebbe trovata in pace se non si abbandonavano le vecchie impostazioni. Infatti, il punto già chiave della prima iniziativa europea quale fu? La Comunità del Carbone e dell'Acciaio, che Monnet volle proprio perché diceva: questi beni si mettono in comune, non si distribuiscono in maniera più o meno equa fra coloro che ne sono possessori o vicini utilizzatori. E loro ebbero questo chiaro. E io questo sentimento l'ho ritrovato - ed è il motivo della mia grande amicizia con Helmut Kohl - da Presidente del Consiglio.
Nel primo colloquio che ebbi con il Cancelliere Kohl, alla mia professione di europeismo e a favore dell'accordo sull'euro, lui mi disse: sono pienamente d'accordo con Lei, io in Germania ora sono ancora in grado di far passare la moneta comune, perché c'è un terzo dei tedeschi ancora vivi che hanno vissuto la guerra; altrimenti non passerà più e ritorneranno gli spettri degli anni Trenta.
DOMANDA:
Senta, delle caratteristiche che aveva de Gasperi cosa pensa dovrebbero prendere, catturare i politici di oggi, i più giovani e i meno giovani?
RISPOSTA:
Prima di tutto ho detto, la dignità. Perché credo che ogni uomo il quale ha un incarico istituzionale importante deve curare in primo luogo la dignità della carica e anche della sua dignità personale, cioè il suo modo di comportamento. In ogni contingenza.
Perché de Gasperi fu un grande non solo nel pieno della sua attività politica, ma anche quando - sul finire della sua presenza politica attiva, e anche poi della sua vita - ebbe l'amarezza di avere delle delusioni anche fra i suoi più vicini.
DOMANDA:
Un declino doloroso RISPOSTA:
E' anche quello lo fece con grande dignità.
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Presidente ricorrono i cinquant'anni dalla morte di un grande statista, Alcide de Gasperi. Quanto è stato importante per l'Italia?
RISPOSTA:
Lei ha usato una giusta espressione: un grande statista. Che è stato di straordinaria importanza per l'Italia. Basti pensare a come lui ha affrontato a Parigi la sua andata per la firma del Trattato di pace. Con quale dignità.
DOMANDA:
Era proprio un giorno difficile quello?
RISPOSTA:
Credo che anche coloro che non ne condividevano alcune posizioni politiche interne, lo ammirarono per come lui si comportò in quell'occasione. Per la dignità.
DOMANDA:
Ma perché tanta motivazione, tanta carica, tanta forza verso l'Europa da parte di quella generazione?
RISPOSTA:
Perché avevano vissuto la dittatura e la guerra; la Prima guerra mondiale e la seconda guerra mondiale, ancora più terribile. E nacque proprio in quel periodo la loro convinzione che l'Europa non si sarebbe trovata in pace se non si abbandonavano le vecchie impostazioni. Infatti, il punto già chiave della prima iniziativa europea quale fu? La Comunità del Carbone e dell'Acciaio, che Monnet volle proprio perché diceva: questi beni si mettono in comune, non si distribuiscono in maniera più o meno equa fra coloro che ne sono possessori o vicini utilizzatori. E loro ebbero questo chiaro. E io questo sentimento l'ho ritrovato - ed è il motivo della mia grande amicizia con Helmut Kohl - da Presidente del Consiglio.
Nel primo colloquio che ebbi con il Cancelliere Kohl, alla mia professione di europeismo e a favore dell'accordo sull'euro, lui mi disse: sono pienamente d'accordo con Lei, io in Germania ora sono ancora in grado di far passare la moneta comune, perché c'è un terzo dei tedeschi ancora vivi che hanno vissuto la guerra; altrimenti non passerà più e ritorneranno gli spettri degli anni Trenta.
DOMANDA:
Senta, delle caratteristiche che aveva de Gasperi cosa pensa dovrebbero prendere, catturare i politici di oggi, i più giovani e i meno giovani?
RISPOSTA:
Prima di tutto ho detto, la dignità. Perché credo che ogni uomo il quale ha un incarico istituzionale importante deve curare in primo luogo la dignità della carica e anche della sua dignità personale, cioè il suo modo di comportamento. In ogni contingenza.
Perché de Gasperi fu un grande non solo nel pieno della sua attività politica, ma anche quando - sul finire della sua presenza politica attiva, e anche poi della sua vita - ebbe l'amarezza di avere delle delusioni anche fra i suoi più vicini.
DOMANDA:
Un declino doloroso RISPOSTA:
E' anche quello lo fece con grande dignità.