Dichiarazione del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in occasione della Festa nazionale della Repubblica
Alla vigilia della Festa della Repubblica, rivolgo il mio augurio a tutti gli Italiani, a coloro che vivono in Patria e a coloro che portano con orgoglio il nome d'Italia nel mondo.
Il 2 giugno del 1946, scegliendo la Repubblica con un libero voto, gli Italiani scelsero, nella scia degli ideali del Risorgimento, la libertà e l'unità della Patria.
L'Italia che avevamo in mente, dopo la dittatura e dopo la tragedia della guerra, era una Nazione in pace con tutti i suoi vicini, in un'Europa unita, in un mondo di pace.
Volevamo costruire, e abbiamo costruito, un'Italia in pace anche con se stessa, capace di darsi una Costituzione che esalta la concordia tra i cittadini, il rispetto reciproco tra le forze politiche e tra le parti sociali, per il bene e il progresso di tutti.
Senza rispetto non c'è dialogo, nel Paese e in Parlamento, e il dialogo è l'essenza della democrazia.
Questi sono ancora oggi, più che mai vivi, i nostri ideali di libertà, di sicurezza, di pace. Più di novemila militari italiani, uomini e donne, in Kossovo, in Bosnia, in Albania, in Afghanistan, in Iraq e in altre parti del mondo sono portatori di questi valori. A loro va la nostra gratitudine.
Con questo spirito, domani, 2 giugno, ci stringeremo ancora una volta attorno a loro ai Fori Imperiali.
Con questi sentimenti a tutti, dal Quirinale, invio il mio saluto, il mio augurio.
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Il 2 giugno del 1946, scegliendo la Repubblica con un libero voto, gli Italiani scelsero, nella scia degli ideali del Risorgimento, la libertà e l'unità della Patria.
L'Italia che avevamo in mente, dopo la dittatura e dopo la tragedia della guerra, era una Nazione in pace con tutti i suoi vicini, in un'Europa unita, in un mondo di pace.
Volevamo costruire, e abbiamo costruito, un'Italia in pace anche con se stessa, capace di darsi una Costituzione che esalta la concordia tra i cittadini, il rispetto reciproco tra le forze politiche e tra le parti sociali, per il bene e il progresso di tutti.
Senza rispetto non c'è dialogo, nel Paese e in Parlamento, e il dialogo è l'essenza della democrazia.
Questi sono ancora oggi, più che mai vivi, i nostri ideali di libertà, di sicurezza, di pace. Più di novemila militari italiani, uomini e donne, in Kossovo, in Bosnia, in Albania, in Afghanistan, in Iraq e in altre parti del mondo sono portatori di questi valori. A loro va la nostra gratitudine.
Con questo spirito, domani, 2 giugno, ci stringeremo ancora una volta attorno a loro ai Fori Imperiali.
Con questi sentimenti a tutti, dal Quirinale, invio il mio saluto, il mio augurio.