Video registrazione del messaggio del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi alla Conferenza sulla comunicazione pubblica
Un saluto e un augurio per il vostro lavoro sulla comunicazione istituzionale. Auguri al Ministro Mazzella e all'Associazione per la Comunicazione pubblica che, come ogni anno, hanno organizzato queste giornate bolognesi.
La comunicazione è ormai saldamente riconosciuta tra i doveri dello Stato; è un mezzo strategico, non sussidiario per conseguire un bene pubblico.
Deve essere realizzata con professionalità, senza improvvisazioni.
A questo fine, l'impegno delle Università sarà determinante per migliorare la qualità dei comunicatori nelle amministrazioni.
Una buona comunicazione pubblica evita, spesso, difficili e costose azioni con altri strumenti; ciò è evidente in campi quali l'economia, l'ambiente, la protezione civile, la sicurezza stradale.
Il successo della patente a punti sulle nostre strade e autostrade è certamente frutto anche di una buona comunicazione. Sta modificando modelli di comportamento che si ritenevano radicati. E' un esempio da seguire in altri campi.
Mi rallegro, in particolare, del fatto che abbiate voluto concentrare la vostra attenzione sulla diffusione dell'educazione civica nelle scuole.
E' un tema che mi sta molto a cuore. Per questo ora mi rivolgo a voi, ragazzi che mi state ascoltando. Ho avuto più volte occasione di dire che solo con l'impegno diretto - magari assistendo alle sedute dei consigli comunali delle vostre città - potrete maturare una educazione civica e viverla con passione.
Tempo fa, vi ho invitato, insieme con i vostri insegnanti, a scrivere voi la storia d'Italia, raccogliendo le testimonianze dei vostri nonni, riscoprendo personaggi e luoghi dimenticati. Il 4 novembre premierò al Quirinale i vincitori del concorso del Ministero dell'Istruzione sulla storia della Patria.
L'educazione civica è completa solo se si compone di due elementi distinti:
- 1) la conoscenza della Costituzione italiana, delle istituzioni, da approfondire non solo come un testo giuridico, ma anche come frutto di una storia concreta, fatta di idee, di azioni, di passioni;
- 2) la sperimentazione di un vivere civile ispirato a cooperazione e solidarietà.
Questo secondo pilastro, etico, dell'educazione civica si basa sul motto kennediano "un po' meno di io, un po' più di noi,".
Il primo pilastro si basa sull'amore per l'Italia, sull'attaccamento alla Nazione.
Certamente, si fa buona educazione civile promuovendo tra i ragazzi iniziative quali la raccolta differenziata dei rifiuti, le "ramazzate" per rendere le città più pulite. E in questo campo siete voi giovani a insegnare ai genitori, ai nonni. Ma è anche essenziale interrogarsi sulla storia che ci ha portato a queste istituzioni, a questa Costituzione.
Lo stesso studio della nostra storia può essere attraente e educativo. Perché non rileggere i romanzi storici dell'Ottocento e provare a tradurli in sceneggiati televisivi? Perché non applicarsi a conoscere meglio l'opera lirica - che, nel Risorgimento è stata strumento del messaggio nazionale italiano - magari in termini moderni, come fanno Cocciante e Dalla?
Il problema centrale per l'evoluzione della nostra società é quello di ridurre i danni sociali di una diffusa tendenza all'individualismo, senza perderne gli aspetti positivi, in termini di creatività, flessibilità, voglia di affermarsi.
Educazione al civismo e educazione al rispetto delle istituzioni sono un percorso unico.
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La comunicazione è ormai saldamente riconosciuta tra i doveri dello Stato; è un mezzo strategico, non sussidiario per conseguire un bene pubblico.
Deve essere realizzata con professionalità, senza improvvisazioni.
A questo fine, l'impegno delle Università sarà determinante per migliorare la qualità dei comunicatori nelle amministrazioni.
Una buona comunicazione pubblica evita, spesso, difficili e costose azioni con altri strumenti; ciò è evidente in campi quali l'economia, l'ambiente, la protezione civile, la sicurezza stradale.
Il successo della patente a punti sulle nostre strade e autostrade è certamente frutto anche di una buona comunicazione. Sta modificando modelli di comportamento che si ritenevano radicati. E' un esempio da seguire in altri campi.
Mi rallegro, in particolare, del fatto che abbiate voluto concentrare la vostra attenzione sulla diffusione dell'educazione civica nelle scuole.
E' un tema che mi sta molto a cuore. Per questo ora mi rivolgo a voi, ragazzi che mi state ascoltando. Ho avuto più volte occasione di dire che solo con l'impegno diretto - magari assistendo alle sedute dei consigli comunali delle vostre città - potrete maturare una educazione civica e viverla con passione.
Tempo fa, vi ho invitato, insieme con i vostri insegnanti, a scrivere voi la storia d'Italia, raccogliendo le testimonianze dei vostri nonni, riscoprendo personaggi e luoghi dimenticati. Il 4 novembre premierò al Quirinale i vincitori del concorso del Ministero dell'Istruzione sulla storia della Patria.
L'educazione civica è completa solo se si compone di due elementi distinti:
- 1) la conoscenza della Costituzione italiana, delle istituzioni, da approfondire non solo come un testo giuridico, ma anche come frutto di una storia concreta, fatta di idee, di azioni, di passioni;
- 2) la sperimentazione di un vivere civile ispirato a cooperazione e solidarietà.
Questo secondo pilastro, etico, dell'educazione civica si basa sul motto kennediano "un po' meno di io, un po' più di noi,".
Il primo pilastro si basa sull'amore per l'Italia, sull'attaccamento alla Nazione.
Certamente, si fa buona educazione civile promuovendo tra i ragazzi iniziative quali la raccolta differenziata dei rifiuti, le "ramazzate" per rendere le città più pulite. E in questo campo siete voi giovani a insegnare ai genitori, ai nonni. Ma è anche essenziale interrogarsi sulla storia che ci ha portato a queste istituzioni, a questa Costituzione.
Lo stesso studio della nostra storia può essere attraente e educativo. Perché non rileggere i romanzi storici dell'Ottocento e provare a tradurli in sceneggiati televisivi? Perché non applicarsi a conoscere meglio l'opera lirica - che, nel Risorgimento è stata strumento del messaggio nazionale italiano - magari in termini moderni, come fanno Cocciante e Dalla?
Il problema centrale per l'evoluzione della nostra società é quello di ridurre i danni sociali di una diffusa tendenza all'individualismo, senza perderne gli aspetti positivi, in termini di creatività, flessibilità, voglia di affermarsi.
Educazione al civismo e educazione al rispetto delle istituzioni sono un percorso unico.