Dichiarazione del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi alla manifestazione "Cammini di speranza" in ricordo delle vittime delle stragi di Capaci e di via D'Amelio
E' stato un incontro di una straordinaria intensità; credo che anche voi l'avete vissuto, come tutti quanti noi.
Mi sono sentito orgoglioso di essere il Presidente degli italiani, e qui in Sicilia il Presidente degli italiani di Sicilia, di un'Italia che oggi, attraverso me, è presente dalle Alpi all'estremo capo della nostra Penisola.
La memoria per sperare, la memoria per costruire il futuro: come hanno detto i ragazzi delle Consulte. Ed oggi è stata compiuta una straordinaria rievocazione, con il ricordo in primo luogo di coloro che caddero in quei due drammatici giorni del maggio e del luglio del 1992: di Giovani Falcone, di Paolo Borsellino, di Francesca Falcone, degli otto uomini della scorta, ma anche di tutti coloro che sono caduti in tutti questi anni in Sicilia e in altre parti d'Italia nella lotta contro la criminalità organizzata.
Una lotta che dobbiamo continuare con tutte le nostre forze. Proprio i dieci anni trascorsi dai quei tragici eventi ci confermano - anche per gli indubbi successi avuti - che dobbiamo continuare in questo nostro sforzo collettivo. Bisogna sempre più fortemente avere la fiducia che non solamente abbiamo la consapevolezza di che cosa è la criminalità organizzata, ma anche la consapevolezza che noi abbiamo le forze per poterla sconfiggere. E le forze sono nella coesione e nell'unità degli italiani.
E' stato particolarmente bello che questo incontro con la memoria sia stato affidato soprattutto ai giovani e ai bambini. E' certamente commovente l'affidarsi alle nuove generazioni, ma bisogna rivolgersi anche ai grandi e ricordare loro che si può mantenere la fiducia e la speranza che hanno le giovani generazioni, se ognuno di noi continua ad operare avendo come riferimento la propria coscienza, avendo di fronte a sé chiara la nostra forza, la capacità - stando insieme e operando insieme - di superare le nostre avversità e di sconfiggere questa terribile piovra, che come i bambini hanno evocato, altrimenti ci ridurrebbe tutti senza respiro.
Tra i più bei ricordi della mia visita in Sicilia, da quando sono Presidente della Repubblica, non a caso ci sono i bambini e i ragazzi di Corleone; i loro quaderni che raccoglievano i loro pensieri e i loro disegni; il ricordo di quando, qui a Palermo, nel gennaio del 2000 andai nel quartiere "Brancaccio" e inaugurai la scuola intitolata a "Don Puglisi".
Io amo questa terra, sono consapevole di quello che la gente di questa terra ha dato all'Italia nei secoli e, in particolare, quello che ha dato all'unità d'Italia e alla libertà degli italiani, nel Risorgimento e successivamente.
Tornerò in questa terra presto, sicuramente entro la fine di questo anno.
Un saluto e un abbraccio a tutti i siciliani.
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Mi sono sentito orgoglioso di essere il Presidente degli italiani, e qui in Sicilia il Presidente degli italiani di Sicilia, di un'Italia che oggi, attraverso me, è presente dalle Alpi all'estremo capo della nostra Penisola.
La memoria per sperare, la memoria per costruire il futuro: come hanno detto i ragazzi delle Consulte. Ed oggi è stata compiuta una straordinaria rievocazione, con il ricordo in primo luogo di coloro che caddero in quei due drammatici giorni del maggio e del luglio del 1992: di Giovani Falcone, di Paolo Borsellino, di Francesca Falcone, degli otto uomini della scorta, ma anche di tutti coloro che sono caduti in tutti questi anni in Sicilia e in altre parti d'Italia nella lotta contro la criminalità organizzata.
Una lotta che dobbiamo continuare con tutte le nostre forze. Proprio i dieci anni trascorsi dai quei tragici eventi ci confermano - anche per gli indubbi successi avuti - che dobbiamo continuare in questo nostro sforzo collettivo. Bisogna sempre più fortemente avere la fiducia che non solamente abbiamo la consapevolezza di che cosa è la criminalità organizzata, ma anche la consapevolezza che noi abbiamo le forze per poterla sconfiggere. E le forze sono nella coesione e nell'unità degli italiani.
E' stato particolarmente bello che questo incontro con la memoria sia stato affidato soprattutto ai giovani e ai bambini. E' certamente commovente l'affidarsi alle nuove generazioni, ma bisogna rivolgersi anche ai grandi e ricordare loro che si può mantenere la fiducia e la speranza che hanno le giovani generazioni, se ognuno di noi continua ad operare avendo come riferimento la propria coscienza, avendo di fronte a sé chiara la nostra forza, la capacità - stando insieme e operando insieme - di superare le nostre avversità e di sconfiggere questa terribile piovra, che come i bambini hanno evocato, altrimenti ci ridurrebbe tutti senza respiro.
Tra i più bei ricordi della mia visita in Sicilia, da quando sono Presidente della Repubblica, non a caso ci sono i bambini e i ragazzi di Corleone; i loro quaderni che raccoglievano i loro pensieri e i loro disegni; il ricordo di quando, qui a Palermo, nel gennaio del 2000 andai nel quartiere "Brancaccio" e inaugurai la scuola intitolata a "Don Puglisi".
Io amo questa terra, sono consapevole di quello che la gente di questa terra ha dato all'Italia nei secoli e, in particolare, quello che ha dato all'unità d'Italia e alla libertà degli italiani, nel Risorgimento e successivamente.
Tornerò in questa terra presto, sicuramente entro la fine di questo anno.
Un saluto e un abbraccio a tutti i siciliani.
Diario storico
Intervento, in forma ufficiale, del Presidente della Repubblica alla celebrazione del 228° anniversario di fondazione del Corpo della Guardia di Finanza, BariIntervento del Presidente della Repubblica alla manifestazione "Cammini di speranza" in ricordo delle vittime delle stragi di Capaci e di via D'Amelio, Palermo
Impegni del Presidente della Repubblica