Visita del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nella regione Sardegna. Incontro con la Giunta regionale
Sono contento, e con me mia moglie, di essere a Cagliari, in Sardegna, dove siamo venuti diverse volte e, io, più volte, anche per motivi diversi da quelli di trascorre una, particolarmente piacevole, villeggiatura.
Lo dicevo poco fa al Presidente mentre entravo in questa villa. Ricordo di essere stato l'ultima volta in Sardegna per motivi di ufficio nel luglio del 1998 - venni con il Ministro del Tesoro - proprio per esaminare insieme i modi per accelerare lo sviluppo della Sardegna.
Avremo modo, domani e dopodomani, prima qua e poi a Nuoro in questo primo contatto ufficiale con la regione sarda e con tutta la Sardegna, di approfondire i temi di maggiore rilievo.
Quello che voglio subito dire, anche in relazione agli accenni che ha fatto il Presidente, è che la vostra peculiarità di essere isola deve darvi non solo orgoglio e fierezza, come sempre vi ha dato, ma anche la consapevolezza che oggi l'isolamento è fortemente diminuito. Resta il fatto che bisogna pur operare perché anche l'isolamento fisico si riduca e, questo, rientra in tutto uno sviluppo di trasporti che deve avere, nella nostra realtà italiana, una forte accelerazione qui nel centro del Mediterraneo - voi sapete che sono un sostenitore di quelle che chiamo le autostrade del mare - ma anche perché lo sviluppo economico è sempre più uno sviluppo a rete, sviluppo che si affida in gran parte a strumenti che annullano le distanze, che annullano gli isolamenti fisici.
Su questo voi dovete contare, insieme alla realtà di possedere un patrimonio enorme in bellezze naturali e bellezze culturali.
Un ultimo riferimento, anche in relazione a un cartello che ho visto entrando qua, dove c'era scritto: "Siamo anche noi italiani!": No, non siamo anche noi italiani, voi siete italiani e ne siete particolarmente orgogliosi. Mi ha fatto piacere che il Presidente lo abbia ricordato.
Sono sostenitore delle autonomie locali perché sono convinto che la forza della nostra civiltà e della nostra cultura si basa proprio su quello che abbiamo come tradizione e come realtà delle diverse regioni d'Italia, ma sono tutte peculiarità, diversità che si congiungono in un patrimonio comune di cultura. Proprio stamani mi è capitato, andando nell'Istituto dell'Enciclopedia italiana, dove veniva presentato il 54° volume del dizionario biografico degli italiani, di ascoltare una bellissima presentazione da parte del suo Presidente, Prof. Casavola, che ha fatto un escursus attraverso i dizionari italiani che cominciava dalla fine del Medioevo, cominciava da San Francesco fino al nostro Risorgimento con un'unità che credo che nessun Paese d'Europa può vantare, un'unità che ha avuto in ogni secolo un'espressione di cultura e di civiltà di straordinaria importanza. Di questo, noi italiani siamo fieri e tutti insieme dobbiamo continuare in questo cammino in un quadro europeo che certamente ci aiuta a risolvere i nostri problemi.
Grazie nuovamente per la vostra accoglienza. Ci vediamo domani.
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Lo dicevo poco fa al Presidente mentre entravo in questa villa. Ricordo di essere stato l'ultima volta in Sardegna per motivi di ufficio nel luglio del 1998 - venni con il Ministro del Tesoro - proprio per esaminare insieme i modi per accelerare lo sviluppo della Sardegna.
Avremo modo, domani e dopodomani, prima qua e poi a Nuoro in questo primo contatto ufficiale con la regione sarda e con tutta la Sardegna, di approfondire i temi di maggiore rilievo.
Quello che voglio subito dire, anche in relazione agli accenni che ha fatto il Presidente, è che la vostra peculiarità di essere isola deve darvi non solo orgoglio e fierezza, come sempre vi ha dato, ma anche la consapevolezza che oggi l'isolamento è fortemente diminuito. Resta il fatto che bisogna pur operare perché anche l'isolamento fisico si riduca e, questo, rientra in tutto uno sviluppo di trasporti che deve avere, nella nostra realtà italiana, una forte accelerazione qui nel centro del Mediterraneo - voi sapete che sono un sostenitore di quelle che chiamo le autostrade del mare - ma anche perché lo sviluppo economico è sempre più uno sviluppo a rete, sviluppo che si affida in gran parte a strumenti che annullano le distanze, che annullano gli isolamenti fisici.
Su questo voi dovete contare, insieme alla realtà di possedere un patrimonio enorme in bellezze naturali e bellezze culturali.
Un ultimo riferimento, anche in relazione a un cartello che ho visto entrando qua, dove c'era scritto: "Siamo anche noi italiani!": No, non siamo anche noi italiani, voi siete italiani e ne siete particolarmente orgogliosi. Mi ha fatto piacere che il Presidente lo abbia ricordato.
Sono sostenitore delle autonomie locali perché sono convinto che la forza della nostra civiltà e della nostra cultura si basa proprio su quello che abbiamo come tradizione e come realtà delle diverse regioni d'Italia, ma sono tutte peculiarità, diversità che si congiungono in un patrimonio comune di cultura. Proprio stamani mi è capitato, andando nell'Istituto dell'Enciclopedia italiana, dove veniva presentato il 54° volume del dizionario biografico degli italiani, di ascoltare una bellissima presentazione da parte del suo Presidente, Prof. Casavola, che ha fatto un escursus attraverso i dizionari italiani che cominciava dalla fine del Medioevo, cominciava da San Francesco fino al nostro Risorgimento con un'unità che credo che nessun Paese d'Europa può vantare, un'unità che ha avuto in ogni secolo un'espressione di cultura e di civiltà di straordinaria importanza. Di questo, noi italiani siamo fieri e tutti insieme dobbiamo continuare in questo cammino in un quadro europeo che certamente ci aiuta a risolvere i nostri problemi.
Grazie nuovamente per la vostra accoglienza. Ci vediamo domani.