Intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi alla cerimonia per l'85° compleanno del rabbino capo della Comunità ebraica di Roma prof. Elio Toaff
Non posso non unirmi, a viva voce, per fare gli auguri a Elio Toaff. Io lo vedo come Presidente degli italiani, come concittadino livornese, come amico.
Ho avuto occasione, da giovane, di entrare nella casa paterna che si trovava a Livorno, di andare per chiedere un consiglio di studio a suo padre, allora stimato e rispettato Rabbino della comunità ebraica di Livorno.
Poi, ci siamo ritrovati, dopo tanti anni, qui a Roma. Quei sentimenti di stima e di amicizia non erano certamente diminuiti nei confronti della famiglia Toaff ed Elio ormai, come ormai la sua condotta in vicende così difficili, così drammatiche ha infiammato la comunità di Palestina.
Credo che Elio ci sia esempio di due sentimenti: uno, quello di una grande dignità. L'ha dimostrata in tante vicende, dure che ha dovuto affrontare nel corso della sua vita e, insieme, anche ispiratore di fiducia. Basta guardare il suo volto per trarre un sentimento di fiducia e lui l'ha sempre dimostrata, l'ha sempre esercitata sia come custode geloso e fedele delle tradizioni del suo popolo e, al tempo stesso, come cittadino italiano esemplare.
I miei auguri sono, quindi, profondi, sentiti, veri e, poi, coetaneo, ho avuto con lui comuni vicende di gioventù, di maturità e, ora, di vecchiaia.
Sono lieto che qua si sia in tanti a salutarlo, a fargli festa e che lui abbia vicino numerosi suoi parenti, i suoi nipoti e pronipoti. L'augurio più bello che facevano gli antichi: "Visse fino a vedere i figli dei suoi figli!" E lui ha visto i figli dei figli dei suoi figli.
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Ho avuto occasione, da giovane, di entrare nella casa paterna che si trovava a Livorno, di andare per chiedere un consiglio di studio a suo padre, allora stimato e rispettato Rabbino della comunità ebraica di Livorno.
Poi, ci siamo ritrovati, dopo tanti anni, qui a Roma. Quei sentimenti di stima e di amicizia non erano certamente diminuiti nei confronti della famiglia Toaff ed Elio ormai, come ormai la sua condotta in vicende così difficili, così drammatiche ha infiammato la comunità di Palestina.
Credo che Elio ci sia esempio di due sentimenti: uno, quello di una grande dignità. L'ha dimostrata in tante vicende, dure che ha dovuto affrontare nel corso della sua vita e, insieme, anche ispiratore di fiducia. Basta guardare il suo volto per trarre un sentimento di fiducia e lui l'ha sempre dimostrata, l'ha sempre esercitata sia come custode geloso e fedele delle tradizioni del suo popolo e, al tempo stesso, come cittadino italiano esemplare.
I miei auguri sono, quindi, profondi, sentiti, veri e, poi, coetaneo, ho avuto con lui comuni vicende di gioventù, di maturità e, ora, di vecchiaia.
Sono lieto che qua si sia in tanti a salutarlo, a fargli festa e che lui abbia vicino numerosi suoi parenti, i suoi nipoti e pronipoti. L'augurio più bello che facevano gli antichi: "Visse fino a vedere i figli dei suoi figli!" E lui ha visto i figli dei figli dei suoi figli.