Il Portale storico della Presidenza della Repubblica

Pubblicato il 2 giugno 2018, il Portale storico della Presidenza della Repubblica rende progressivamente disponibile il patrimonio conservato dall'Archivio storico.
Archivi, documenti, fotografie, dati, percorsi tematici e risorse digitali trasmettono la memoria dei Capi dello Stato dell'Italia repubblicana; testimoniano in modo straordinariamente capillare le attività, gli interventi e i discorsi dei Presidenti della Repubblica nello svolgimento delle funzioni che la Costituzione assegna loro; testimoniano le attività dell'Amministrazione e dei suoi protagonisti, che operano a supporto della figura presidenziale; rappresentano il Paese che ne costituisce lo sfondo; raccontano le vicende del Palazzo del Quirinale, ieri palazzo dei papi e dei re, oggi sede della massima carica dello Stato repubblicano.

I numeri del Portale: 70.780 eventi, tra udienze, impegni pubblici e privati dei Presidenti; 1.729 visite in Italia e 570 viaggi all'estero; 16.269 pagine di diario digitalizzate; 440.016 immagini; 25.111 immagini che documentano la storia d'Italia dalla Monarchia alla Repubblica; 10.445 audiovisivi; 16.918 complessi archivistici; 6.865 discorsi e interventi; 5.325 atti firmati; 55.759 Provvedimenti di grazia; 542 comunicati della Presidenza del Consiglio dei Ministri dal 1945 al 1950;11.835 comunicati delle presidenze Ciampi e Napolitano; 168.952 comunicati di cui 28.360 indicizzati dalle presidenze Gronchi a Scalfaro; oltre 500 volumi in Materiali e pubblicazioni per un totale di 50.000 pagine in formato digitale; 75 soggetti produttori e 516 strutture organizzative; 131 biografie di consiglieri e consulenti; 1.665.718 triple caricate sull'Endpoint (aggiornamento del 28 giugno 2024)

 

martedì
07 dicembre 1999

Incontro del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi con il ministro della Pubblica istruzione Luigi Berlinguer e con gli studenti della Conferenza nazionale dei presidenti della Consulta degli studenti

STUDENTE:
Mi presento. Sono Stefano Camarda, Presidente della Consulta di Padova. Io parlo a nome di tutta la Conferenza Nazionale dei Presidenti delle Consulte. Innanzitutto vogliamo ringraziarLa per averci offerto questa occasione importante per incontrarLa. Le rivolgiamo ora due domande che abbiamo elaborato nella scorsa riunione della Conferenza che si è tenuta il 28 e il 29 novembre. E oltre a queste due domande Le rivolgiamo alcuni inviti. La ringraziamo sin d'ora per le risposte che vorrà darci.
Signor Presidente, fermo restando la prossima istituzionalizzazione della Conferenza Nazionale dei Presidenti delle Consulte provinciali degli studenti, Le chiediamo di esprimere la Sua opinione riguardo alla possibilità che la Conferenza partecipi attivamente al dialogo relativo alla pubblica istruzione italiana, interagendo sia con gli altri organi istituzionali interni al Ministero della Pubblica Istruzione, come il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, sia con le altre istituzioni, come il Parlamento, che partecipano a questo dibattito, visto che finora la Conferenza ha dialogato solo con l'on. Ministro Berlinguer?
PRESIDENTE CIAMPI:
Innanzitutto prima di cercare di rispondere a questa domanda volevo salutarvi, e dirvi come sia lieto di avere qui una rappresentanza di tutta la scuola italiana del livello medio-superiore.
Voi qui rappresentate l'intera Italia; è mia intenzione anche in futuro intensificare i rapporti con la scuola; non limitarmi al messaggio dell'inizio di ogni anno scolastico o altre occasioni che possono capitare nel corso dell'anno. Ma voglio aprire un dialogo con le scuole e in particolare con le scuole superiori.
La domanda naturalmente riguarda il futuro di questo nuovo organismo che è stato formato nel quadro dei mutamenti profondi che il Governo, sotto la spinta del Ministro Berlinguer, sta attuando nella realtà scolastica.
E' importante che sin dall'inizio voi vi poniate questo tipo di quesiti. Cioè: qual è la vostra funzione? Quali debbono essere i vostri interlocutori?
Trovo che la vostra funzione, in una scuola che ho sempre interpretato come la scuola del dialogo (perché imparare e insegnare è frutto di un dialogo, un dialogo che deve essere l'abitudine, la prassi nella realtà della vita delle singole classi fra insegnanti e discenti) deve sempre più diventare anche dialogo fra la collettività degli studenti e le istituzioni.
Quindi oltre il confronto continuo che avete col Ministero della Pubblica Istruzione e in primis con il Ministro, penso che possano essere attivate altre forme di contatto con le istituzioni italiane, a cominciare da quelle massime. Non vedrei niente di strano che ci fossero in momenti importanti per gli sviluppi della scuola italiana, per decisioni che il Parlamento deve prendere, delle forme di audizioni delle Commissioni parlamentari con una vostra rappresentanza. Le audizioni parlamentari sono uno strumento conoscitivo molto utile; l'ho praticate molto anche quando ero in altre responsabilità, cioè quando mi trovavo a dirigere una importante istituzione economica e finanziaria. L'audizione è un momento nel quale ci si trova di fronte alla rappresentanza dell'intero Parlamento. Perché la Commissione parlamentare - come sapete - è composta da tutti i gruppi parlamentari, con esponenti che sono particolarmente interessati in quel settore - nel vostro caso per l'istruzione - e in quella sede si può avere un dialogo aperto, avendo definito un tema e su quello svolgere questo confronto.
Quindi trovo che questa deve la forma più diretta e più importante della vostra presenza. Che però deve essere soprattutto una presenza che deve cercare al vostro stesso interno di domandarvi che cosa voi dovete rappresentare, che cosa voi dovete fare.
Quello che è importante per esempio è che sia lontano da voi ogni intendimento di fare vita politica intesa come manifestazione di vita di partito. Voi dovete rappresentare gli studenti, prima di tutto la scuola, in tutte le sue accezioni, che naturalmente riflettono anche diverse impostazioni politiche. Ma voi siete eletti nei vostri istituti e dei vostri istituti dovete rappresentare le esigenze di fondo di tutti. E' chiaro che il sentimento politico è presente in ogni fase della nostra attività, questo avviene da quando si comincia a ragionare. Ma fare politica non significa fare vita di partito; fare politica significa partecipare alla vita della società. Voi con questa vostra rappresentanza partecipate alla vita della società: quindi fate politica; ma in questo senso.
E questo deve essere un punto ben chiaro in tutti voi, perché quando uno studente viene eletto deve domandarsi che cosa si aspettano da lui i colleghi, gli amici, i compagni di scuola che lo hanno eletto.
Trovo che nella impostazione della crescente autonomia scolastica, negli indirizzi, nei binari che necessariamente debbono esistere, questa vostra nuova forma di presenza e di partecipazione sia di grande valore. Sta a voi valorizzarla al meglio; sta a voi far sì che non scada. Quindi avete un compito importante perché le istituzioni nuove - e voi siete una istituzione nuova - si affermano nella prassi quotidiana, si
affermano in particolare da come vengono impostate sin dall'inizio.
Quindi voi che siete all'inizio di questa grande esperienza, avete una grossa responsabilità non solamente nei confronti dei vostri compagni di scuola che vi hanno eletti, ma di fronte anche a quelle che saranno le generazioni future degli studenti, perché dovete tracciare un binario, una strada lungo la quale questo dialogo sempre più si arricchisca di quello che voi, studenti, potete e dovete portare.
Non so se ho risposto compiutamente alla tua domanda, ma lo spirito credo che abbiate compreso è quello che parte dal dialogo.
Ho avuto la fortuna, in epoche molto lontane, in cui la scuola era concepita in modo diverso, di avere avuto degli insegnanti che hanno sempre privilegiato il dialogo, che permettevano sempre il "perché?". Voi il "perché?" dovete porlo in continuazione, quotidianamente ai vostri professori, e in occasioni come queste a quelli che saranno i vostri interlocutori. Il "perché" lo dovete porre agli altri, ma dovete porlo in primo luogo a voi stessi. Ogni domanda ha una risposta; la risposta potrà essere anche la più ampia, ma non è mai completamente esaustiva, o comunque genera dei nuovi "perché?" e così si forma la conoscenza.
STUDENTE:
Non solo ha risposto molto bene alla prima domanda, addirittura sono molto contento perché ha prevenuto la risposta alla seconda domanda che voglio rivolgerLe. Prima di rivolgerLe questa domanda, faccio una piccola precisazione. Qui siamo presenti sia come Presidenti delle Consulte, che sono un ordine elettivo, sia come Forum delle Associazioni studentesche che invece non hanno un organo elettivo. In questo momento sto parlando a nome della Conferenza dei Presidenti e dopo di me parleranno i rappresentanti del Forum delle Associazioni.
Le rivolgo la domanda, cui peraltro Lei ha già risposto.
Signor Presidente, Le chiedo quale deve essere a Suo avviso il rapporto tra le idee di natura partitica dei Presidenti di Consulta e la natura istituzionale della Conferenza che deve rappresentare tutti gli studenti d'Italia.
PRESIDENTE CIAMPI:
Ho già risposto, ma mi dà modo di confermare un po' la mia risposta. Vedete, è chiaro che ciascuno di noi, anche quando ha la vostra età, giustamente si pone i problemi dell'adulto, ma non cercate di imitare l'adulto (stavo per dire, scusatemi, non offendetevi, "scimmiottare" l'adulto). Questo è importante.
Dovete soprattutto prepararvi alla vita politica, intesa come vita di partito, poi ognuno di voi deciderà se parteciparvi attivamente o se essere solamente il cittadino che vi partecipa attraverso il diritto di voto o poco più. L'importante è che in voi si crei una coscienza di cittadino, una coscienza di vita della collettività.
Vedete, uno degli aspetti più preoccupanti dell'attuale situazione italiana è una tendenza all'aumento dell'astensionismo.
Perché se l'astensione ha un significato politico, è una scelta; e allora, come tale è più che rispettabile; e in quel caso secondo me dovrebbe esprimersi andando a votare e mettendo magari scheda bianca nell'urna elettorale. Se invece è dovuta a una forma di assenteismo vero dalla vita politica e intendo, quando uso la parola politica, riferirmi al termine etimologico, della "polis", della vita di una collettività - allora è un fenomeno estremamente preoccupante. Quindi voi dovete proporvi di prepararvi alla politica e di far politica nel senso di partecipare attivamente alla vostra vita collettiva, a tutti i livelli, in tutti i campi della vostra vita quotidiana. E' fondamentale questo. Noi non siamo dei singoli; noi siamo dei singoli che vivono in una società, e la società si basa in primo luogo sul rispetto del prossimo, cioè sul riconoscere agli altri gli stessi diritti che uno rivendica per se stesso. Questo è il primo punto fondamentale. Secondo: nell'esercitare appieno i propri diritti, acquistando quindi una coscienza civile. La scuola deve servire soprattutto a questo: acquistare una coscienza e imparare ad apprendere; cioè imparare il metodo. Poi c'è tutta la parte di conoscenza che è pure fondamentale, ma questi sono i due obiettivi principali: la coscienza civile e imparare il metodo di studio, che è il metodo di affrontare i problemi.
STUDENTE:
Sono finite le domande, Le rivolgo solo alcuni inviti. Le chiediamo un Suo intervento sulla non sempre rigorosa tutela dei diritti degli studenti sanciti dallo Statuto e sulla non sempre realizzata apertura della scuola in orario non scolastico prevista dalla normativa che ha già citato il Ministro Berlinguer. Inoltre La invitiamo a promuovere una maggiore tutela del diritto allo studio con particolare attenzione all'oggettivo peso economico che le famiglie italiane debbono affrontare per l'istruzione dei figli.
PRESIDENTE CIAMPI:
Non è una domanda, ma quanto meno merita un commento.
E' chiaro che mi sento soprattutto responsabile come garante della Costituzione e degli articoli che la Costituzione recita per quanto riguarda da un lato l'eguaglianza di tutti nei confronti della vita del Paese e quindi in primis della scuola, e poi - c'è un articolo specifico della Costituzione italiana che è l'articolo 34 - per quanto riguarda il diritto soprattutto di tutti i più meritevoli di poter non solo accedere alla scuola d'obbligo, ma di potere partecipare fino ai più alti livelli dell'istruzione attraverso l'ausilio dello Stato che deve essere dato nelle forme appropriate, che il Ministro Berlinguer sta praticando.
Quindi questo è un punto fondamentale per il quale anche io come Presidente della Repubblica mi sento obbligato a interessarmi per il giuramento alla Costituzione che ho prestato.
STUDENTE:
Sono Martino Feiles. A nome del Forum delle Associazioni rappresentative nazionali avevo piacere di sottoporLe la domanda che leggo.
Visto il dibattito attualmente presente nell'opinione pubblica e nell'ambiente studentesco, circa l'ipotesi di garantire a tutti gli studenti e soprattutto a quelli meno abbienti, pari condizioni per il successo scolastico e l'accesso ad ogni tipo di scuola statale o non statale, qual è l'opinione in merito del Presidente della Repubblica?
PRESIDENTE CIAMPI:
Vedo che si sta svolgendo un dialogo con anticipi fra risposte e domande. Intanto volevo anche capire bene il ruolo della vostra presenza. Mentre mi è chiarissimo quello che è il compito della Conferenza, vorrei capire meglio - e rivolgo una domanda a te - quali sono i compiti del Forum? Il Forum che non è elettivo… Come si crea il Forum, con quali scopi, con quali compiti?
STUDENTE:
Il Forum rappresenta un'altra realtà, l'attività degli studenti, che è quella delle associazioni studentesche. Si è costituito liberamente, anche grazie ad un accordo.
PRESIDENTE CIAMPI:
Allora voi non siete frutto di una elezione diretta, ma siete eletti in modo indiretto, in secondo grado, in quanto l'Associazione studentesca, che evidentemente avrà al suo interno delle forme elettive, ha indicato te, in questo caso, come suo rappresentante. Quindi tu stesso rappresenti l'Associazione in maniera direi legittimata da una scelta a carattere elettivo. E' chiaro che nel tuo caso l'Associazione studentesca in qualche modo ha una valenza politica intesa nel senso più intensa.
L'Associazione studentesca vi raggruppa secondo una comunanza di idee, di ideali…
STUDENTE:
Non necessariamente politici, però sicuramente c'è una comunanza di ideali.
PRESIDENTE CIAMPI:
Tutto questo per capire bene la funzione del Forum accanto alla funzione della Conferenza.
Per quanto riguarda invece il problema del diritto allo studio, su questo la risposta mia non può essere altro che quella che richiamandomi a quegli articoli della Costituzione che ho già citato, si ferisce all'azione che Governo e Parlamento già stanno svolgendo, mi pare negli ultimi anni. Ci auguriamo che con leggi che dovrebbero essere di imminente approvazione da parte del Parlamento, ci sarà una più forte presenza dello Stato per assicurare quei diritti ai quali con la tua domanda ti richiami.
In sostanza: l'ausilio economico può essere dato in maniera più ampia rispetto a quello finora dato, permettendo un'attuazione maggiore di quel diritto di parità nominale che è sancito dalla Costituzione e che in larga parte è assicurato già dalla stessa impostazione della scuola italiana, ma che certamente può avere, con aiuti alle famiglie attraverso borse di studio e contributi vari, una più completa attuazione.
Quindi per quanto riguarda la mia azione, non può essere altro che quella di sostenere questo tipo di azione dello Stato che fra l'altro è espressamente previsto da quell'articolo 34 della Costituzione che citavo prima.
STUDENTE:
Sono Alessio Manni, anch'io rappresento il Forum nazionale delle Associazioni studentesche. Ho il piacere di rivolgerLe questa domanda a nome di tutto il Forum.
Considerata l'importanza di garantire all'interno delle scuole piena cittadinanza e la libertà di espressione di ogni posizione politica, culturale, sessuale, religiosa ad ogni studente, e considerato che recentemente è stato inserito come momento particolare per la formazione delle nuove generazioni, lo studio del Novecento, come garantire agli studenti la libertà di formarsi una coscienza critica, non condizionata da eventuali scarse obiettività, di assenze di pluralità nei libri di testo, nell'istruzione o nelle scuole?
Ed inoltre: tenuto conto del congruo rialzo del costo dei libri di testo avvenuto negli ultimi anni, il Forum delle Associazioni studentesche rappresentative, chiede al Presidente della Repubblica come garantire agli studenti il diritto allo studio con un ridimensionamento del fenomeno del "caro libri" ed in sintesi come normalizzare il costo della nostra cultura
PRESIDENTE CIAMPI:
La seconda parte della domanda non può non avere altra risposta che quella che praticamente ho dato nei precedenti interventi.
La prima è particolarmente interessante, però al tempo stesso non ti nascondo che mi preoccupa un po'. Perché non c'è dubbio che insegnare la storia contemporanea pone dei rischi maggiori che insegnare la storia antica o la storia medievale moderna. Ma alla tua domanda c'è una sola risposta: è la serietà, la deontologia del professore, del docente, il quale certamente avrà anche le sue idee politiche e valuterà anche la storia recente d'Italia secondo quelle idee politiche.
D'altra parte poi rinascono anche quando magari si parla di storia greco o romana o di storia medievale e moderna. Ma quando si parla di Novecento, che si intende non solamente come storia ma anche come letteratura, a questo punto veramente l'unica garanzia è la professionalità e la deontologia del docente. Il docente pure avendo le sue idee, pur interpretando entro se stesso la memoria di eventi ai quali può avere
partecipato, trattandosi di storia contemporanea, deve essere capace di porre di fronte a voi i fatti e le vicende in modo che poi permettono una vostra valutazione. Certamente da come ve li porrà, e naturalmente uno li porrà in modo diverso, a secondo del proprio sentire interno, vi sarà una inevitabile partecipazione.
Quando racconto qualunque vicenda, anche se racconto una favola, anche le più vecchie, la presenterò sempre in maniera diversa da un'altra perché la sento o l'avverto nel mio animo in un certo modo, ma la garanzia non può essere altro che in quello. Qui entra in funzione il ruolo del dialogo. Proprio quando si parla di vicende a noi vicine, tanto più i "Perché?" debbono fiorire sulla bocca di chi ascolta e che ha diritto di domandare e di chiedere spiegazione. Ma alla tua domanda non trovo altra risposta che quella di un convincimento che la deontologia del docente eviterà che vi possano essere delle interpretazioni talmente di parte da diventare devianti nella formazione di chi si avvicina a quegli eventi.
Vedete, se c'è un difetto nella scuola, questo succedeva anche ai tempi miei, è che quando si arrivava al periodo più recente si era sempre un po' in ritardo e quindi la storia contemporanea finiva, ai tempi miei, magari alla fine dell'Ottocento e il Novecento sia in letteratura, sia in storia si studiava poco. Questo è il pericolo che anche oggi c'è. Mentre invece sento l'importanza, appartenendo a una generazione purtroppo ben lontana dalla vostra in termini anagrafici, che la memoria venga tramandata possibilmente da persone che quella memoria o l'hanno vissuta o vi sono state particolarmente vicine e ne abbiano quindi una testimonianza.
Invito se fosse possibile i professori di organizzare i cicli scolastici soprattutto nell'ultimo anno in modo che alla storia contemporanea, alla letteratura contemporanea si possa dare maggiore rilievo di quello che - ognuno si basa sui propri ricordi - normalmente viene dato nelle scuole italiane. Oggi è una corsa finale in cui in venti giorni al massimo si studiano anni e anni della letteratura della storia del nostro Paese.
Su questi temi ci può essere anche la discussione più viva, che diventa anche discussione formativa, perché voi vi trovate a parlare di cose che sono a voi più vicine, che sentite di più e quindi potete meglio anche porre delle domande; avete dentro di voi quell'assillo di capire meglio, che è la fonte della conoscenza, che è la fonte della formazione.
STUDENTE:
Vorrei augurarmi a nome della Conferenza, ma penso di potere interpretare anche la volontà del Forum delle Associazioni, che questo incontro fosse un inizio del Suo interessamento nei confronti della partecipazione e della rappresentanza studentesca, incontro che oggi è avvenuto a livello nazionale, ma che un domani potrà avvenire a livello territoriale. E infine Le chiedo in maniera molto informale di ricordarsi di noi come rappresentanti e come rappresentazione studentesca nel Suo discorso di fine anno?
STUDENTE:
Sono Patrizia Lombezzi della Consulta di Arezzo. Buon giorno Signor Presidente, Buon giorno Signor Ministro, innanzitutto mi scuso per questa domanda che è stata un po' improvvisa, comunque grazie di avermi concesso di rivolgerglieLa. Lei prima ha parlato della politica che in realtà deve restare fuori da noi che rappresentiamo la scuola a livello generale, vorrei dirLe questo: noto nella scuola un gran disinteresse in realtà degli studenti. Noi siamo solo una piccola percentuale di tutti gli studenti italiani e logicamente siamo interessati alla nostra realtà, però vedo in generale che gli studenti non sono poi così attivi nel mondo studentesco. Credo, avendo pensato molto su questo, che in parte derivi anche dalla neutralità degli studenti e dei giovani in generale. A questo proposito credo che la politica più che restare fuori dalla rappresentanza, anche da noi della Consulta, debba più che altro garantire essa stessa una rappresentanza più vasta possibile. E volevo chiedere se Lei non ritiene che il problema sia che spesso la politica è assolutizzata, la politica si intende troppo spesso come estremismo e questo in realtà allontana i giovani, anche per la politica quasi terroristica che si fa, si crede sempre che il giovane avvicinato alla politica possa arrivare soltanto a degli atteggiamenti sovversivi, io vorrei dirLe che non la penso così. Cioè per quanto io possa avere posizioni estreme c'è pur sempre della moderatezza in fondo alle mie posizioni.
Concludo con questo la mia domanda, vorrei dirLe se anche Lei non crede che il problema sia in fondo quello di garantire una rappresentanza più vasta possibile nella politica e non quello di escludere la politica dalla rappresentanza?
PRESIDENTE CIAMPI:
Quello che ho cercato di dire anche prima è che voi dovete far politica nel senso di partecipazione attiva alla vita della scuola, alla vita della società, e quindi dovete prepararvi per il domani. Quello che trovo da dovere chiarire è che non dovete sin da questa età, pur avendo le vostre idee, necessariamente in questi organi rappresentativi, farli diventare strumenti di politica. E' chiaro che voi dovete sentire politicamente; sentire politicamente significa che uno potrà poi arrivare fino al punto di partecipare alla vita di una formazione politica. Ma la mia preoccupazione e la mia raccomandazione è che questi nuovi organi che state creando non possono diventare dei luoghi nei quali la mentalità della vita di partito domina su quella che invece deve essere l'importanza di maturare nella vostra Conferenza i problemi vostri, della scuola, non solamente della scuola ma di voi giovani che vi preparate per la vita della società. E' una distinzione che non so se vi giunge abbastanza chiara.
STUDENTE:
Per tutelare la democrazia della nostra conferenza, mi chiedono di precisare che le domande poste prima erano state in un certo senso approvate e rivolte da tutta la Conferenza nazionale, mentre le domande che Le vengono rivolte adesso esprimono delle opinioni personali. Questo per garantire la democrazia…
Volevo porLe una domanda: visto e considerato che in questo periodo noi giovani al di fuori della scuola siamo un po' nell'occhio del ciclone per quanto riguarda le droghe. Volevo chiederLe: lo Stato come si pone come forma di prevenzione attraverso i giovani?
Che cosa ha in mente di fare per limitare i danni e far sì che un domani non succedano certe cose che accadono adesso?
PRESIDENTE CIAMPI
Con la tua domanda hai toccato un problema che credo angoscia tutti, voi stessi giovani, angoscia i genitori, angoscia i nonni. La difesa maggiore certamente sta in voi, specialmente voi che siete in un'età adulta, essendo studenti collocati nella fascia dai sedici ai diciannove anni e avete già la capacità di gestirvi.
Credo che sul pericolo della droga il compito dello Stato e quindi della scuola è soprattutto di mettere in guardia; ma alla vostra età la difesa sta in voi. Posso capire ancora un bambino di sette-otto-nove anni che viene avvicinato e che quindi può cadere facilmente nella trappola, ma alla vostra età nelle trappole se ci si cade ci si cade consapevolmente.
Quindi è al vostro senso di responsabilità che dovete richiamarvi. Pensate che avete di fronte una vita che grazie a Dio si prolunga sempre di più, e che quello che oggi voi potete mettere a rischio cadendo nella trappola della droga sono decenni e decenni di vita che avete di fronte a voi.
Le vie facili che vi possono attirare verso certi prodotti sono le vie peggiori; non sono soluzioni. Ognuno di noi ha momenti di debolezza, di ansia, di angoscia; è inevitabile; di questi momenti ne avrete sempre di più dalla vita, si hanno a tutte le età, perché i problemi se si vivono intensamente creano ansia, creano angoscia, ma bisogna avere la forza di dire che questi problemi li risolvo, questa ansia e questa angoscia li risolvo dentro di me con le mie forze.
Non cercate mai l'ausilio esterno della medicina, della droga per non sentire quell'angoscia o quell'ansia, che è bene che ognuno di noi senta, perché così si matura. Le decisioni sono sempre difficili a tutte le età, anche alla mia. E' naturale che uno non dorma una notte perché angosciato da un problema, da una decisione che deve prendere. Poi dopo quando avrà deciso nella pienezza delle proprie forze, avvertirà la liberazione della decisione presa. E questo gli crea forza per il futuro. E' una palestra continua e non vi sono scorciatoie, tantomeno poi se queste scorciatoie si intendono prendere invece che per essere aiutati a risolvere problemi, sperando di avere maggiore piacere dalla vita. Anche quella è una strada sbagliata.
Lo Stato, il Ministro, fa il possibile per aiutare soprattutto voi giovani in questa grossa lotta contro la droga. Ma ripeto sta a voi: non dovete avere debolezze. Ve lo dico con la passione di chi è stato padre, è nonno, e quindi sa di avere dei propri consanguinei che hanno delle tentazioni come quelle che si presentano a voi.
Consegna di premi al Presidente della Repubblica da parte degli studenti
PRESIDENTE CIAMPI:
Prendo occasione di questo dono per ringraziarvi, perché questa figura dell'"Uomo" di Leonardo non mi richiama solamente la centralità dell'uomo, ma mi ricorda anche un fatto specifico, che questa centralità dell'uomo l'abbiamo scelta per significare la nuova moneta europea in Italia. E quindi vi ringrazio per l'aiuto che la scuola ci ha dato nella campagna per l'Euro.
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