Discorso del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in occasione della visita alla circoscrizione di Napoli - Scampia
Quello che vi chiedo è che si faccia tutto quello che è nelle possibilità di ciascuno perché quei progetti vengano realizzati.
Sono qui non per assolvere un compito formale. Ma perché voglio bene a Napoli: e voi lo sapete, lo sentite.
Sono qui per parlarvi di due problemi, con grande franchezza.
Primo, sono ormai troppe settimane che si susseguono notizie di omicidi a Napoli, a Scampia, a Secondigliano. Si legge: è una guerra fra bande, una faida tra clan di malavitosi. E' vero, ma non si può con questo scrollare le spalle e assistere, inattivi, a questa catena di omicidi: sono vite umane stroncate, e la vita di ogni uomo è sacra.
Ma c'è di più. Questa catena di omicidi è una minaccia alla convivenza civile qui a Scampia, a Secondigliano, in tutta Napoli.
E' un danno grave per l'immagine di Napoli e dei suoi cittadini. E' interesse e dovere di tutti reagire: isolare la criminalità organizzata; sradicare questo cancro che corrode la nostra vita.
E' doveroso da parte di ognuno collaborare con le Forze dell'ordine e con la Magistratura che stanno affrontando questo grave problema: hanno bisogno della collaborazione attiva e della fiducia di tutti noi, e la meritano.
Secondo punto, ma i due temi sono tra loro legati: Scampia, Secondigliano, gli altri quartieri più popolari e popolati di Napoli sono parte vitale della città.
Non bisogna viverli come una sorta di dormitorio o, peggio, di ghetto, ma facendone componenti essenziali di Napoli, centro attivo della città, non appendici.
Perché ciò sia, sta in primo luogo a voi stessi.
Dovete attivarvi voi per primi, perché per voi, per i vostri figli sorgano nel quartiere luoghi d'incontro, di vita in comune, anche iniziative di lavoro.
Certo non è questo un problema solo di chi abita a Scampia, ma dell'intera cittadinanza. E' un problema che coinvolge tutte le Istituzioni pubbliche e private, locali, regionali, nazionali. C'è bisogno del loro sostegno attivo, che è fatto di idee, di progetti, ma anche di risorse e di realizzazioni.
Affinché le risorse siano usate bene, a profitto della collettività, ci vuole fiducia, in sé stessi, nel vicino, nelle Istituzioni.
Napoli, è una mia profonda convinzione, ha enormi potenzialità ha un patrimonio umano, della natura e dell'arte unico al mondo.
Ci vuole una spinta, un impulso che deve soprattutto partire dai vostri cuori, dalle vostre menti.
Abbiate, cari napoletani, di Scampia e di ogni parte della città di Napoli, in primo luogo fiducia in voi stessi. Abbiatela per voi e per i vostri figli.
Io vi sono vicino, come e ancor più di quanto lo fui dodici anni fa. Napoli stava vivendo allora un periodo grigio, opaco.
Da poche settimane io ero Presidente del Consiglio. Dovevo rendere pubblico al mondo quale città d'Italia avrebbe ospitato nel luglio del 1994 il G7, una grande riunione internazionale.
Non ebbi dubbi, e fra la sorpresa di tutti, anche di molti miei collaboratori, scelsi Napoli.
Non sono nato a Napoli, non ho parenti a Napoli, tanto meno ho affari a Napoli. Ma ho sempre ammirato e voluto bene a Napoli. Poi voi mi avete voluto vostro concittadino.
In quella occasione Napoli rispose con slancio e generosità. Ebbe dallo Stato modesti interventi finanziari: c'erano ben pochi soldi in cassa.
Ma a quella scelta, a quell'atto di fiducia scattò l'orgoglio di Napoli e in tutto il mondo si diffusero le immagini di Napoli in tutta la sua bellezza, in tutta la sua nobiltà e in tutta la sua laboriosità.
Oggi c'è bisogno di un nuovo scatto d'orgoglio, di speranza e di fiducia e occorre fare, operare, prendere iniziative, realizzarle.
Quanto maggiori le responsabilità, tanto maggiore deve essere l'impegno.
Questo lo dico a tutti voi, lo dico a me stesso.
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Sono qui non per assolvere un compito formale. Ma perché voglio bene a Napoli: e voi lo sapete, lo sentite.
Sono qui per parlarvi di due problemi, con grande franchezza.
Primo, sono ormai troppe settimane che si susseguono notizie di omicidi a Napoli, a Scampia, a Secondigliano. Si legge: è una guerra fra bande, una faida tra clan di malavitosi. E' vero, ma non si può con questo scrollare le spalle e assistere, inattivi, a questa catena di omicidi: sono vite umane stroncate, e la vita di ogni uomo è sacra.
Ma c'è di più. Questa catena di omicidi è una minaccia alla convivenza civile qui a Scampia, a Secondigliano, in tutta Napoli.
E' un danno grave per l'immagine di Napoli e dei suoi cittadini. E' interesse e dovere di tutti reagire: isolare la criminalità organizzata; sradicare questo cancro che corrode la nostra vita.
E' doveroso da parte di ognuno collaborare con le Forze dell'ordine e con la Magistratura che stanno affrontando questo grave problema: hanno bisogno della collaborazione attiva e della fiducia di tutti noi, e la meritano.
Secondo punto, ma i due temi sono tra loro legati: Scampia, Secondigliano, gli altri quartieri più popolari e popolati di Napoli sono parte vitale della città.
Non bisogna viverli come una sorta di dormitorio o, peggio, di ghetto, ma facendone componenti essenziali di Napoli, centro attivo della città, non appendici.
Perché ciò sia, sta in primo luogo a voi stessi.
Dovete attivarvi voi per primi, perché per voi, per i vostri figli sorgano nel quartiere luoghi d'incontro, di vita in comune, anche iniziative di lavoro.
Certo non è questo un problema solo di chi abita a Scampia, ma dell'intera cittadinanza. E' un problema che coinvolge tutte le Istituzioni pubbliche e private, locali, regionali, nazionali. C'è bisogno del loro sostegno attivo, che è fatto di idee, di progetti, ma anche di risorse e di realizzazioni.
Affinché le risorse siano usate bene, a profitto della collettività, ci vuole fiducia, in sé stessi, nel vicino, nelle Istituzioni.
Napoli, è una mia profonda convinzione, ha enormi potenzialità ha un patrimonio umano, della natura e dell'arte unico al mondo.
Ci vuole una spinta, un impulso che deve soprattutto partire dai vostri cuori, dalle vostre menti.
Abbiate, cari napoletani, di Scampia e di ogni parte della città di Napoli, in primo luogo fiducia in voi stessi. Abbiatela per voi e per i vostri figli.
Io vi sono vicino, come e ancor più di quanto lo fui dodici anni fa. Napoli stava vivendo allora un periodo grigio, opaco.
Da poche settimane io ero Presidente del Consiglio. Dovevo rendere pubblico al mondo quale città d'Italia avrebbe ospitato nel luglio del 1994 il G7, una grande riunione internazionale.
Non ebbi dubbi, e fra la sorpresa di tutti, anche di molti miei collaboratori, scelsi Napoli.
Non sono nato a Napoli, non ho parenti a Napoli, tanto meno ho affari a Napoli. Ma ho sempre ammirato e voluto bene a Napoli. Poi voi mi avete voluto vostro concittadino.
In quella occasione Napoli rispose con slancio e generosità. Ebbe dallo Stato modesti interventi finanziari: c'erano ben pochi soldi in cassa.
Ma a quella scelta, a quell'atto di fiducia scattò l'orgoglio di Napoli e in tutto il mondo si diffusero le immagini di Napoli in tutta la sua bellezza, in tutta la sua nobiltà e in tutta la sua laboriosità.
Oggi c'è bisogno di un nuovo scatto d'orgoglio, di speranza e di fiducia e occorre fare, operare, prendere iniziative, realizzarle.
Quanto maggiori le responsabilità, tanto maggiore deve essere l'impegno.
Questo lo dico a tutti voi, lo dico a me stesso.