Testo del Videomessaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione della V° Conferenza Nazionale del Volontariato
TESTO DEL VIDEOMESSAGGIO
DEL Presidente DELLA REPUBBLICA
GIORGIO NAPOLITANO
IN OCCASIONE DELLA V° CONFERENZA NAZIONALE DEL VOLONTARIATO
Napoli, 13 aprile 2007
La Conferenza che si apre a Napoli costituisce certamente una occasione di analisi e di confronto sui cambiamenti che hanno investito il mondo del volontariato in questi ultimi anni e di riflessione sulla sua vocazione e sulla sua identità.
Sono passati oltre 15 anni dall'approvazione della legge quadro. Fortemente voluta dalle associazioni di volontariato, essa è stata, in questi anni, un punto di riferimento importante nella regolazione dei rapporti tra il variegato mondo del volontariato e le pubbliche amministrazioni.
Dai dati, a voi ben noti, dell'ultimo Rapporto biennale sul volontariato, emerge indubbiamente una realtà diffusa, dal Nord al Sud, un fenomeno di massa ed in continua crescita, che ci dà fiducia in quella volontà di partecipazione e in quello sforzo consapevole, creativo e solidale, che contribuiscono a costruire una società più giusta, libera e aperta. È quel che ho continuamente modo di verificare nei miei incontri, nelle diverse realtà del paese, con le molteplici forme di associazionismo laico e religioso.
E' importante, oggi, analizzare lo straordinario mondo del volontariato nella sua composizione e nelle sue motivazioni, anche in vista di una revisione - da molte parti auspicata - della legge istitutiva.
Il volontariato è ascolto e dialogo, dà vita ad una relazione tra persone, e per sua natura non può essere confinato in un settore specifico: opera sia in istituzioni pubbliche, quali ospedali e carceri, sia in strutture private ove si renda necessario assicurare livelli, anche minimi, di assistenza sociale.
E sono significativi i segnali di ripresa dell'impegno giovanile nel volontariato. Contribuirebbe certamente a un modello migliore di società il più ampio coinvolgimento dei giovani in una esperienza di educazione al volontariato negli anni della loro formazione. Il Servizio Civile Nazionale, parente stretto del volontariato, ne è un positivo esempio.
La crescita quantitativa e qualitativa del volontariato va sostenuta al livello non solo nazionale ma anche europeo ed internazionale. Una testimonianza in tal senso ci è stata offerta dalle stesse Nazioni Unite. Da esse è venuta, con le iniziative del 2001, una sensibile spinta all'intervento del volontariato e delle ONG sia nelle emergenze provocate dai disastri naturali sia nelle operazioni di ricostruzione e di ristabilimento di condizioni di pace e di sicurezza in aree di crisi.
Resta sempre valida l'ispirazione originaria, che consente al volontariato di rappresentare la più diretta realizzazione del principio di solidarietà sociale, sulla base del criterio della gratuità e soprattutto del valore irrinunciabile del dono di una parte del proprio tempo e delle proprie capacità.
Il volontario non si limita a fare per gli altri, fa con gli altri.
Il volontariato non può certo sostituire il sevizio pubblico né diventare una vera e propria attività lavorativa. Può anticipare la risposta ai bisogni emergenti che le istituzioni non percepiscono ancora o non sono ancora attrezzate per affrontare, integrando la qualità del servizio, contribuendo ad affermare la coesione sociale contro ogni fenomeno di disgregazione e di emarginazione.
Grazie al volontariato si promuove, secondo i principi della Costituzione repubblicana, una cittadinanza responsabile e si realizza una forma di partecipazione al bene comune. Anche per questa via può colmarsi il divario tra società civile e politica, recuperando, come ho auspicato nel mio messaggio di fine anno, il significato più alto della politica.
Buon lavoro.