Il Portale storico della Presidenza della Repubblica

Pubblicato il 2 giugno 2018, il Portale storico della Presidenza della Repubblica rende progressivamente disponibile il patrimonio conservato dall'Archivio storico.
Archivi, documenti, fotografie, dati, percorsi tematici e risorse digitali trasmettono la memoria dei Capi dello Stato dell'Italia repubblicana; testimoniano in modo straordinariamente capillare le attività, gli interventi e i discorsi dei Presidenti della Repubblica nello svolgimento delle funzioni che la Costituzione assegna loro; testimoniano le attività dell'Amministrazione e dei suoi protagonisti, che operano a supporto della figura presidenziale; rappresentano il Paese che ne costituisce lo sfondo; raccontano le vicende del Palazzo del Quirinale, ieri palazzo dei papi e dei re, oggi sede della massima carica dello Stato repubblicano.

I numeri del Portale: 70.780 eventi, tra udienze, impegni pubblici e privati dei Presidenti; 1.729 visite in Italia e 570 viaggi all'estero; 16.269 pagine di diario digitalizzate; 440.016 immagini; 25.111 immagini che documentano la storia d'Italia dalla Monarchia alla Repubblica; 10.445 audiovisivi; 16.918 complessi archivistici; 6.865 discorsi e interventi; 5.325 atti firmati; 55.759 Provvedimenti di grazia; 542 comunicati della Presidenza del Consiglio dei Ministri dal 1945 al 1950;11.835 comunicati delle presidenze Ciampi e Napolitano; 168.952 comunicati di cui 28.360 indicizzati dalle presidenze Gronchi a Scalfaro; oltre 500 volumi in Materiali e pubblicazioni per un totale di 50.000 pagine in formato digitale; 75 soggetti produttori e 516 strutture organizzative; 131 biografie di consiglieri e consulenti; 1.665.718 triple caricate sull'Endpoint (aggiornamento del 28 giugno 2024)

 

mercoledì
05 settembre 2007

Dichiarazione alla Stampa del Presidente dello Stato di Israele, Shimon Peres, dopo i colloqui con il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano



DICHIARAZIONE ALLA STAMPA DEL
Presidente DELLO STATO DI ISARELE
SHIMON PERES
DOPO I COLLOQUI CON IL
Presidente DELLA REPUBBLICA,
GIORGIO NAPOLITANO


PALAZZO DEL QUIRINALE, 5 SETTEMBRE 2007


Grazie signor Presidente. Mentre l'ascoltavo non potevo fare a meno di ricordarmi della lunga storia che corre tra Roma e Gerusalemme. Vorrei dire che sentivo di dire che questa è la stagione migliore che ci sia mai stata in questi rapporti, e ve ne siamo molto grati.
Siamo grati all'Italia per le sue posizioni, siamo grati a Lei per le sue posizioni molto aperte e coraggiose sul fatto che l'antisemitismo è una cosa, e usarlo contro Israele è un errore. Per me è un piacere essere qui. Ci conosciamo da molto tempo, ci apprezziamo reciprocamente e io ho sempre ammirato la sua onestà, la sua integrità su qualsiasi argomento. Lei è una di quelle personalità che preferiscono sempre i valori alle opportunità, qualsiasi possa essere il prezzo di questa sua posizione.
Il prossimo anno Israele diventerà un po' più maturo: festeggia i suoi 60 anni. Questo è stato un periodo non facile: abbiamo dovuto superare sette guerre, le intifade, tuttavia non abbiamo mai smesso di sperare nella pace. Darebbe un grande piacere a me e al popolo di Israele vederLa venire a visitare Israele il prossimo anno come rispettatissimo leader dell'Italia, uno dei più rispettati leader del mondo, come un grande e sincero amico di Israele. Quindi, le estendo l'invito ufficiale a visitare il nostro Paese.
Quindi, ripeto, è questa un'ottima stagione nei rapporti tra Israele e Italia e posso descriverlo da molte angolazioni, riguardo a diverse occasioni che ci sono state, a diverse dimensioni: una delle più importanti è quella in cui l'Italia ha preso l'iniziativa e ha assunto la leadership della forza internazionale nel sud del Libano, forza che ha saputo porre fine alla guerra e migliorare le relazioni esistenti, migliorando anche la situazione in Libano. So che il Presidente Siniora sta visitando l'Italia. Noi vogliamo vedere un Libano integro e in pace; non siamo mai stati un pericolo per il Libano, è la divisione interna che lo era e grazie alla vostra presenza - siete stati i primi - grazie al comandante italiano della forza internazionale si è arrivati ad un miglioramento della situazione di pace.
Un secondo punto che vorrei menzionare è lo sforzo intrapreso dalle regioni e dal Governo italiani, insieme ad Israele, per salvare i bambini palestinesi feriti durante la guerra, bambini di 4, 5, 6 anni che abbiamo curato portando loro e le loro famiglie a ricevere un trattamento medico a Gerusalemme. In questa maniera abbiamo finora salvato le vite di 4200 bambini e voglio ringraziare il popolo e i medici italiani per questa grande collaborazione di carattere umanitario che per noi ha un enorme significato.
Terzo punto, magari un po' sorprendente: sapete che non si vuole che noi Presidenti parliamo di politica, così parliamo di letteratura. Siamo molto fieri del fatto che i nostri migliori autori sono stati tradotti in italiano e che alcuni dei vostri migliori autori sono stati tradotti in ebraico. Il fatto che uno scrittore israeliano diventi un best seller in Italia per noi non è una questione finanziaria, è più importante. So che un grande scrittore israeliano, David Grossman, è suo amico personale. E questa è un'altra dimensione dei rapporti che va mantenuta e approfondita.
Il quarto punto che vorrei menzionare è il ruolo dell'Italia nell'Europa unita: l'Europa unita è un attore molto importante nel processo di pace in Medio Oriente, sia attraverso il quartetto, sia attraverso i frequentissimi incontri tra leader. Io guardo al ruolo che l'Italia svolge all'interno dell'Europa unita come a un ruolo di buona volontà, non di interesse. Perciò, secondo me, l'Europa unita e l'Italia in particolare, possono offrire un contributo alla pace in Medio Oriente.
Vi sono due binari che conducono all'obiettivo di stabilire piena pace in Medio Oriente, almeno fra palestinesi e Israele e fra Giordania e Israele. Un binario è il negoziato fra Israele e Palestina: le due parti stanno negoziando e c'è oggi un'ampia base su cui farlo, poiché c'è accordo sul fatto che la soluzione al problema sarà quella di due Stati. Ognuno di noi riconosce che Israele sarà uno Stato ebraico, che in Palestina ci sarà uno Stato palestinese e si vivrà come vicini, non come nemici. Attualmente, il Primo Ministro Olmert e Abu Mazen si incontrano in modo regolare. Sono riusciti a creare una fiducia reciproca. Non è stato un processo facile, ma c'è una sincera volontà di andare avanti. La nuova scadenza è quella della conferenza di Washington nel prossimo novembre; i due leaders stanno cercando di preparare una dichiarazione di principi comune. Su alcuni dei principi c'è accordo, altri sono ancora controversi, ma essi sono convinti che ci sia una buona possibilità di ottenere questa dichiarazione di principi, che sarà la base per un negoziato pragmatico.
Il secondo binario contatti è quello economico. Sin dalla seconda guerra mondiale tutti gli eventi più importanti sono stati mossi più dalla locomotiva economica che dal carro armato: è ora di introdurre la locomotiva economica sulla strada per raggiungere la pace, e anche in questo l'Italia può avere un ruolo decisivo.
Sappiamo che ci sono problemi: fra questi, Gaza. Ma la divisione fra Gaza e Cisgiordania è una divisione ideologica che non fa necessariamente parte del conflitto israelo-palestinese. Hamas non vuole la pace; vuole avere l'egemonia religiosa su tutto il Medio Oriente, contro i desideri di buona parte degli stessi arabi. Noi e Abbas la pensiamo nello stesso modo su Hamas. La sofferenza causata alla popolazione di Gaza proviene da Hamas, non da Israele né dai palestinesi: la loro ideologia è negativa, perché altrimenti non si spiegherebbe perché continuino a sparare missili contro Israele malgrado tutti i militari e civili israeliani abbiano lasciato completamente la striscia di Gaza. Io credo che prima o poi Hamas dovrà risponderne ai propri figli.
Vorrei ringraziare il signor Presidente per l'accoglienza calorosissima e i buoni colloqui che abbiamo avuto. In ebraico si fa sempre un augurio di rivederci l'anno prossimo a Gerusalemme; io ora le dico arrivederci a Gerusalemme.

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