Intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alla cerimonia di presentazione dei candidati ai Premi "David di Donatello" per l'anno 2008
INTERVENTO DEL Presidente DELLA REPUBBLICA
GIORGIO NAPOLITANO
ALLA CERIMONIA DI PRESENTAZIONE
DEI CANDIDATI AI PREMI "DAVID DI DONATELLO" PER L'ANNO 2008
Palazzo del Quirinale, 18 aprile 2008
Innanzitutto, un grazie a Gian Luigi Rondi per il suo indefettibile impegno: dobbiamo a lui, ancora una volta, questa bellissima cerimonia dei premi "Donatello". Un grazie a Giancarlo Giannini per le sue parole: vengono da chi - posso dire - si colloca a cavallo fra diverse generazioni di grandi interpreti del cinema italiano. Un grazie a Francesco Rutelli per quello che ha fatto in questi anni per il cinema italiano: credo - anzi ne sono sicuro - che il suo impegno troverà continuità nei prossimi anni perché è interesse comune dare forza e slancio al nostro cinema. E un grazie a voi tutti, un grazie a tutti i designati per i premi e a tutti coloro che hanno fatto bellissimi film. È impressionante vedere - so che per voi è scontato, ma per molti che vanno al cinema non è affatto così - quale straordinaria pluralità e combinazione di talenti, di competenze e di contributi comporti il fare un film: il film è un'opera collettiva, il frutto di un concorso singolare e, direi, ogni volta miracoloso.
È molto importante vedere tanti nuovi talenti, vedere tante energie, prova non soltanto della ripresa recente, ma della permanente vitalità del cinema italiano.
In questi due anni ho potuto verificare, andando in giro per il mondo a rappresentare il nostro paese, quale profonda impronta abbiano lasciato i decenni d'oro del cinema italiano nel modo di guardare all'Italia e di comprendere l'Italia. Anche quando il cinema italiano ha dato rappresentazioni non solo non edulcorate, ma critiche o amare della nostra realtà, della nostra società, esso ha sempre prodotto amore per l'Italia.
E non è eccessivo dire che il nostro cinema deve considerarsi fattore costitutivo della nostra identità. È una grande risorsa nazionale. E sono persuaso che si saprà corrispondere alla nostra migliore tradizione: voi che fate cinema sapete bene che cosa significhi raccogliere questa eredità, e farla rivivere, naturalmente, nella piena libertà e nella novità della ricerca e della capacità creativa ed espressiva.
Quindi, penso davvero di dover, a nome del Paese, ringraziare voi che fate cinema in Italia e per l'Italia.
Sui tanti meriti che avete da vantare come eredi del cinema italiano, vorrei solo fare una piccola battuta, se mi consentite. Il cinema ha anche brevettato qualcosa di singolare: ha brevettato i festival. Il primo è stato il festival del cinema. Tanto tempo fa - in tempi preistorici - un diciassettenne, travolto da insana passione, poté seguire, per la prima volta, il festival del cinema di Venezia, dal principio alla fine per dieci giorni, ma quel giovane non avrebbe mai immaginato di dover inaugurare - come mi è capitato qualche settimana fa - il festival della?matematica. Sì, avete "figliato" non solo tanti festival del cinema in giro per l'Europa e per il mondo, ma anche il festival della matematica, quello della letteratura, quello della filosofia. Poi, c'è da vedere se il più bello rimanga - come io penso - il festival del cinema di Venezia, e gli altri che si faranno e che si stanno già facendo in Italia, come a Roma.
Dunque, siate veramente orgogliosi del lavoro che state facendo, delle prove che state dando e del vostro contributo alla cultura e all'immagine dell'Italia nel mondo.