Il Diario storico
Il Senatore Umberto Terracini chiedeva di essere messo urgentemente in comunicazione telefonica con il Segretario generale. Rispondeva il dottor Nevola che, data l'ora, il Consigliere di Stato Carbone non era in ufficio e che egli si sarebbe, comunque, adoperato per rintracciarlo e riferirgli la richiesta. Il Senatore Terracini dettava allora la seguente testuale dichiarazione: "L'ignobile colpo di stato ordito dal Governo in accordo con il Presidente del Senato è in atto nell'aula dell'Assemblea. Voglio essere convinto che il Presidente della Repubblica sia all'oscuro di tutto. Questo delitto sarà scontato".
Quattro autovetture del Senato con relativi commessi infilavano il portone d'onore del Quirinale. Senza obbedire al cenno d'arresto del guardaportone, le macchine proseguivano decisamente verso la vetrata. Ne discendevano i Vice presidenti del Senato Molè e Scoccimarro, ed i Senatori Pertini e Terracini, i quali manifestavano impazientemente all'usciere di servizio il loro desiderio di incontrare il Segretario generale. Avvertito, sopraggiungeva poco dopo il Consigliere di Stato Carbone, al quale i predetti proponevano formale richiesta di esser subito ricevuti dal Presidente della Repubblica. Invitati a specificarne i motivi, asserivano di dovere informare il Capo dello Stato sull'andamento della seduta svoltasi poco prima in Senato per la votazione della fiducia al Governo e l'approvazione delle modifiche alla legge elettorale politica. Rispondeva il Segretario generale che era compito dell'ufficio suo di informare previamente il Presidente sullo svolgimento dei fatti, dopo averli debitamente accertati; che pertanto si assumeva soltanto di sottoporre la richiesta di udienza al Presidente della Repubblica, riservandosi di comunicarne le determinazioni. Successivamente si aggiungevano le richieste di udienza dei Senatori Parri, Bergamini, Tomasi della Torretta e Jannaccone.
Giungeva al Palazzo del Quirinale l'On. De Gasperi, che in ossequio alla prassi osservata nei casi di ottenimento del voto di fiducia, chiedeva di essere ammesso a riferire al Capo dello Stato. Infatti, accompagnato dal Segretario generale, l'On. De Gasperi si recava a Castelporziano, dove veniva ricevuto in udienza dal Presidente. Nella serata il Segretario generale faceva sapere ai Senatori che avevano chiesto udienza che il Presidente della Repubblica consentiva a riceverli l'indomani, a decorrere dalle ore 10,00.