Il Diario storico
II Presidente della Repubblica alle ore 10 lascia Roma in una automobile Fiat 2800 insieme al Segretario generale Consigliere di Stato Carbone, al Consigliere Militare Generale Marazzani e al Dott. D'Aroma.
La macchina presidenziale è preceduta da due macchine di servizio: la prima con l'Ispettore Generale di P. S. Dott. Chiaramonte, la seconda con il Dott. Piccolomini e il Consigliere Militare Aggiunto Colonnello Calogero.
Alle ore 10,20 il Presidente della Repubblica giunge a Castel Giubileo. Dinanzi all'ingresso del nuovo edificio sono schierati gli alunni delle Scuole Elementari locali che acclamano il Capo dello Stato e Gli offrono un mazzo di fiori.
Sulla porta dello Stabilimento si trovano a ricevere il Presidente della Repubblica l'Avv. Mattoli Presidente della Società Idroelettrica Tevere proprietaria dell'impianto, l'On. Alberti Vice Presidente del Senato, l'On. Fabriani in rappresentanza della Camera, i Ministri Sforza, Segni e Aldisio, il Sottosegretario ai Trasporti On. Battista, il Prefetto il Sindaco e il Questore di Roma, il Generale Scattini Comandante Militare del Territorio, il Presidente della Deputazione Provinciale On. Finocchiaro Aprile, il Senatore Cingolani con la Consorte On. Cingolani Guidi, il Sen. Corbellini Presidente dell'ACEA, il Presidente della Terni Prof. Ippolito, il Presidente dell'Impresa Centro Italia Conte Galeazzi, l'Ing. Cidonio titolare dell'Impresa costruttrice e numerosi alti funzionari dei Ministeri dei Lavori Pubblici e dell'Agricoltura.
Dopo aver ricevuto il saluto e l'omaggio delle predette autorità il Presidente della Repubblica entra nella sala centrale dove sono i trasformatori. Quivi l'Avv. Mattoli rivolge un particolare ringraziamento al Capo dalla Stato e alle autorità intervenute alla cerimonia e mette in rilievo l'importanza dell'impianto che è il primo di un vasto sistema che darà all'Italia Centrale un miliardo annuo di kilowattore, accumulerà un secondo miliardo di kilowattore per i periodi ricorrenti di emergenza e consentirà insieme la irrigazione per gravità di quarantamila ettari di terreno del Lazio.
Prende quindi la parola l'Ing. Rebecchini Sindaco di Roma il quale parla dei vantaggi diretti che questa opera porterà a Roma. Subito dopo I'On. Aldisio Ministro dei Lavori Pubblici pronuncia un breve discorso mettendo in rilievo come il nostro paese, oltre a far sparire le tristi e dolorose traccie della guerra, crea ovunque nuove attività e nuove fonti di vita. Il Ministro Aldisio sottolinea poi il fatto che lo Stato ha contribuito perché questa opera si realizzasse al più presto alle porte di Roma e conclude ringraziando, anche a nome del Governo, il Presidente della Repubblica per aver onorato con la sua presenza la cerimonia.
L'Arcivescovo Gillet, dopo una breve allocuzione, procede quindi, assistito dal delegato dell'Eminentissimo Cardinale Vicario di Roma e dal Parroco di Castel Giubileo, alla benedizione dell'impianto.
Subito dopo il Capo dello Stato passa in una saletta adiacente dove, mediante la manovra di un pulsante sito nel quadro degli strumenti, mette in marcia le turbine della centrale. Il Presidente della Repubblica rientra quindi nella sala centrale dei trasformatori e, dopo aver tagliato il nastro tricolore all'inizio della sala stessa, visita gli impianti che Gli vengono illustrati dall'On. Mattoli e dai tecnici della Società soffermandosi sul ballatoio che sovrasta lo sbarramento delle acque; gli operai della Società tributano calorose accoglienze al Capo dello Stato il quale stringe la mano a molti di loro.
Terminata la visita degli impianti il Presidente della Repubblica seguito dalle autorità, si reca sul grande ponte stradale attraversandolo da un capo all'altro e interessandosi vivamente a ciò che è stato fatto per tradurre in realtà una così imponente opera.
Al termine del ponte il Presidente della Repubblica, dopo aver espresso il suo vivo compiacimento ai realizzatori della importantissima centrale, e dopo aver ricevuto il saluto e l'omaggio di tutte le autorità, sale in automobile per far ritorno al Palazzo del Quirinale.