Intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in occasione della cerimonia di consegna delle decorazioni dell'Ordine Militare d'Italia conferite negli anni 2000 - 2001
Signori Rappresentanti del Parlamento,
del Governo,
delle massime Istituzioni,
Autorità militari e civili,
abbiamo ascoltato con attenzione e condividiamo tutti le parole che ora ha pronunciato in questa occasione il Ministro della Difesa.
Siamo qua per la consegna delle decorazioni dell'Ordine Militare d'Italia conferite, negli ultimi due anni, a coloro che hanno bene meritato.
Intendiamo, con questo, rendere onore al Merito Militare. Onore Militare non è una vuota espressione, richiama un complesso di valori: in primo luogo, la dignità della persona umana, il senso profondo delle istituzioni, la dedizione al bene collettivo. Sono valori fondamentali di ogni cittadino italiano, che sono vissuti, debbono essere vissuti con particolare intensità da chi ha fatto la scelta o è stato chiamato a servire la Patria in armi.
E' importante che oggi la Repubblica renda merito anche a Ufficiali e Sottufficiali italiani che hanno operato con eccezionale capacità professionale e morale in missioni internazionali di pace.
Come ho detto nel messaggio alle Forze Armate in occasione del 4 novembre, l'intera comunità internazionale ci riconosce una particolare capacità di operare in situazioni difficili, laddove è necessario ricreare condizioni di convivenza in territori martoriati da conflitti e da guerre. Oggi onoriamo la perizia che le Forze Armate della Repubblica hanno espresso in ripetute occasioni, dalla missione in Libano a quella nel Golfo Persico fino a quelle più recenti nel Kossovo e a Timor Est.
Mi piace sottolineare che per la prima volta da decenni entra nell'Ordine Militare anche un Sottufficiale; e questo è un messaggio importante a una categoria che è parte essenziale delle nostre Forze Armate.
E' particolarmente significativo svolgere questa cerimonia in giorni, come gli attuali, in cui la difesa dei valori in cui crediamo ci chiama a specifiche responsabilità. L'Italia vuole la pace, opera per la pace, ma la pace e, con essa, la libertà bisogna difenderla.
Il mio viaggio in Italia mi ha portato ieri l'altro, il 4 novembre, sui campi di battaglia di Solferino e di San Martino e, ieri, a Milano, per ricordare Carlo Cattaneo. In quelle terre del Garda quel 24 giugno del 1859 fu un giorno dolorosamente cruento in cui molto accadde per l'unità e la libertà d'Italia, come molto era accaduto, dieci anni prima, per le strade di Milano. In quelle gloriose Cinque Giornate uomini di pensiero, di diritto, come Carlo Cattaneo, divennero uomini d'azione.
Con questi sentimenti di riconoscenza per coloro che hanno operato con il pensiero e con l'azione per la libertà e l'unità d'Italia, rinnoviamo qui l'impegno a servire la nostra Patria, a difenderne i valori.
Grazie a tutti coloro che hanno dato prova di professare quei valori con le onorificenze che vengono oggi loro rimesse.